Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.
Il corpo è una mappa – 1. Introduzione
20/10/2024 • 5 minutes, 27 secondes
Fallimento o capolavoro?
Fin da quando è stato presentato a Cannes Megalopolis ha creato una contrapposizione netta tra chi lo considera l’ultimo capolavoro di Francis Ford Coppola e chi lo ritiene un delirante assemblaggio di citazioni, sollecitazioni e inserti digitali che lo rendono un “magnifico disastro”.Il film è uscito anche nelle sale della Svizzera italiana il 16 ottobre, in contemporanea con la distribuzione italiana e con la presenza a Roma del regista in occasione della Festa del cinema e del tributo della città alla sua carriera culminato nell’inaugurazione negli Studios di Cinecittà di viale Francis Ford Coppola.Al di là della riuscita o meno della pellicola, questo film ha comunque il pregio e la capacità di sollevare una serie di interrogativi sul nostro presente e su quello del cinema e di interrogarci sul senso di fare film oggi in un universo dove l’immagine sembra proliferare senza più controllo e senza più un centro.Per parlarne Charlot ha invitato la collega e critica cinematografica Chiara Fanetti responsabile editoriale di Cult +, il direttore del Locarno Film Festival Giona Nazzaro, e Niccolò Castelli regista e direttore artistico delle Giornate cinematografiche di Soletta.
20/10/2024 • 1 heure, 55 minutes, 9 secondes
Back to school 4
13/10/2024 • 4 minutes, 58 secondes
Raccontare le migrazioni
Tre fra le massime produzioni cinematografiche e teatrali italiane e svizzere del biennio 2023-24 sono accomunate dall’aver voluto tematizzare e raccontare storie di migrazione contemporanea: il film “Io capitano” di Matteo Garrone (candidato come Miglior film internazionale agli Oscar 2024, Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia 2023 e vincitore di 7 David di Donatello, fra cui Miglior film e Miglior regia); il documentario “Die Anhörung” di Lisa Gerig (Miglior film alle Giornate cinematografiche di Soletta 2024, Miglior documentario allo Swiss Film Award e vincitore dello Zürcher Filmpreis), e lo spettacolo “Introducing Living Smile Vidya”, scritto e interpretato da Living Smile Vidya (Miglior spettacolo teatrale svizzero 2023).Charlot prende spunto da queste tre opere pluripremiate per interrogarsi su come il cinema e le arti sceniche raccontino le migrazioni odierne. Quali le opportunità? E quali le insidie? E in che modo l’arte scenica può confrontarsi con la questione migratoria non soltanto in quanto “oggetto di rappresentazione e di spettacolarizzazione”, ma coinvolgendo le persone con retroterra migratorio affinché diventino protagonisti attivi di una narrazione condivisa e partecipata?Ne parleremo con la studiosa, dramaturg e docente di arti performative Piersandra di Matteo, curatrice del festival bolognese Atlas of transitions, il primo laboratorio italiano dedicato al rapporto tra arte scenica e migrazione, e presenteremo le tre opere sopraccitate con i loro rispettivi autori: la regista zurighese Lisa Gerig, l’artista e attivista transgender indiana, residente a Lucerna, Living Smile Vidya e il regista italiano Matteo Garrone, in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni della Rete Due in occasione della sua partecipazione al festival Sconfinare di Bellinzona.
13/10/2024 • 1 heure, 57 minutes, 31 secondes
Back to school 3
06/10/2024 • 5 minutes, 28 secondes
Arte e attivismo al FIT
Secondo il regista svizzero Milo Rau, fra i massimi artisti attivisti della scena teatrale contemporanea, il “teatro è un luogo di resistenza e di democrazia”. Come ha recente dichiarato nel suo discorso inaugurale dell’annuale Congresso dell’ITI (l’International Theatre Institute): “laddove la politica fallisce, laddove rincorre i vantaggi del discorso nazionale, solo l’arte può fornire un rimedio”.Contemporaneamente, il FIT, il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea di Lugano, avvia la sua 33esima edizione con un ricco programma incentrato su tre parole chiave: Democrazia, diritti e libertà. Charlot coglie l’occasione per proporvi una puntata “militante”, dedicata all’ARTIVISMO, ovvero a quelle proposte e a quelle opere artistiche contemporanee che veicolano esplicitamente un contenuto e un valore sociopolitico. Ne parleremo con la direttrice artistica del FIT Paola Tripoli e con due protagonisti della 33esima edizione del festival: l’artista attivista bielorusso-israeliano Arkadi Zaides (già vincitore nel 2023 del Premio Emile Zola per le arti dello spettacolo per il suo impegno a favore diritti umani) e l’attrice e autrice italiana Elena Cotugno, che arriva a Lugano con una rilettura della Medea, in cui il mito antico si contamina con la tragedia contemporanea delle donne straniere che, giunte nei nostri Paesi, finiscono nel racket della prostituzione e della schiavitù sessuale.
06/10/2024 • 1 heure, 53 minutes, 13 secondes
Back to school
22/09/2024 • 4 minutes, 37 secondes
La vertigine della scena
Stanno per riaprirsi i sipari sulle scene dei teatri della Svizzera italiana e non solo e per Charlot è l’occasione di riflettere su quanto i cartelloni di due dei maggiori teatri ticinesi e di un importante teatro milanese propongono nella loro prossima stagione. Soprattutto però è l’occasione di discutere di cosa significhi costruire la stagione di un teatro, pubblico o privato che sia, di interrogarsi su quali equilibri occorra trovare tra repertorio classico e drammaturgia contemporanea per mantenere vivace e attuale una scena teatrale in grado di essere innovativa e di parlare a pubblici diversi. Su quanto insomma il teatro possa ancora dire a un mondo che conosce ormai infinte altre forme di performances.Ne parliamo con i direttori artistici del teatro sociale di Bellinzona Gianfranco Helbling, del Lac Lugano arte culture Carmelo Rifici e dell’Elfo Puccini di Milano Elio de Capitani, e con la storica e critica teatrale Maddalena Giovannelli.undefined
22/09/2024 • 1 heure, 56 minutes, 55 secondes
La scuola al cinema
15/09/2024 • 5 minutes, 7 secondes
Very long, very short
Complessità narrativa, ibridazione dei generi, dilatazione del tempo del racconto e sofisticazione di codici e linguaggi sono alcune delle peculiarità della serialità narrativa per immagini. Caratteristiche che nel corso degli ultimi 20 anni hanno portato le serie tv ad affermarsi come espressione della contemporaneità e lo hanno reso uno dei linguaggi audiovisivi a maggiore impatto culturale.La Biennale cinema di Venezia nell’ultima edizione della Mostra appena conclusa ha ospitato nella sua prestigiosa sezione del Fuori concorso 4 serie nella loro integralità, realizzate da grandi maestri come Alfonso Cuaron o Thomas Vinterberg, proponendo maratone di proiezioni lunghe fino 8 ore. Un formato extralarge che solo in apparenza è in contraddizione con il dilagare di minuscoli film consumati in genere su telefoni e tablet a cui è dedicato un festival max3min la cui 4. Edizione è in programma a Milano a inizio ottobre. In entrambi i casi ad essere ripensata è la dimensione temporale e la modalità di fruire il cinema e il racconto per immagini.Ne parliamo A Charlot ne parliamo con il direttore della Mostra del cinema Alberto Barbera, con la studiosa e storica cinematografica Giusi De Santis autrice e curatrice di un volume sull’impatto della serialità televisiva sulla società e la cultura contemporanee e con il critico cinematografico Mattia Carzaniga che fa parte del comitato di selezione di max3min.
15/09/2024 • 1 heure, 55 minutes, 54 secondes
Minimondi
Non è facile immaginare spettacoli per un pubblico con età compresa tra 1 e 4 anni.Eppure nella sua ultima edizione il festival internazionale di narrazione di Arzo ne ha proposti ben due realizzati da compagnie teatrali che hanno posto al centro della loro ricerca la prima e la primissima infanzia. Una ricerca che nel 2004 ha dato vita a Visioni di futuro, visioni di teatro, un festival internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia, che propone spettacoli per bambini da 0 a 6 anni, presentati da compagnie italiane e straniere. Proprio per riflettere sull’importanza, sulle sfide e sugli interrogativi che solleva pensare e fare un teatro così particolare, Arzo ha riservato quest’anno a questo tema una sezione speciale che oltre agli spettacoli teatrali, prevedeva laboratori per famiglie e per operatori e una tavola rotonda realizzata in collaborazione con Rete Due che è diventata questa puntata speciale di Charlot.Oltre agli artisti presenti al Festival che lavorano da anni a una drammaturgia rivolta ai più piccoli (Elisa Semprini e Andrea Buzzetti per Baracca Testoni e Riccardo Colombini per Schedia Teatro) i protagonisti della tavola rotonda sono lo psicologo dell’età evolutiva Dieter Schürch, allievo di Jean Piaget che alle influenze dell’arte e della cultura nello sviluppo infantile ha dedicato gran parte della sua ricerca, e la responsabile della mediazione culturale del LAC Isabella Lenzo che per il centro culturale luganese ha sviluppato programmi culturali per le famiglie e per il pubblico più giovane.
08/09/2024 • 1 heure, 57 minutes, 32 secondes
L’estate al cinema – gli anni ’90 e duemila
16/06/2024 • 6 minutes, 15 secondes
George Lucas, genio ribelle
Negli Stati Uniti, il 25 maggio del 1977, usciva in appena 32 sale il primo capitolo della saga di Guerre Stellari, “Star Wars: Episode IV – A New Hope”. Nonostante lo scetticismo iniziale e i problemi che accompagnarono la fase produttiva, la pellicola diventa rapidamente un fenomeno culturale capace di attirare un vasto pubblico grazie ai suoi innovativi effetti speciali, alla trama e ai personaggi memorabili. A tutto ciò si aggiungono il passaparola e le recensioni entusiaste che contribuiscono al successo globale del film, all’origine di una delle saghe cinematografiche più iconiche della storia del cinema. Ribellandosi alle logiche produttive dell’epoca, con Star Wars, il regista, produttore e sceneggiatore George Lucas disegna un universo narrativo complesso e avvincente, che catturerà l’immaginazione di milioni di fan in tutto il mondo. E la sua visione pionieristica cambierà per sempre anche l’industria cinematografica.Ancora oggi Guerre Stellari – o Star Wars che dir si voglia – resta uno dei più rilevanti esempi di mitopoiesi dell’età contemporanea. Influenzato dalle teorie dello storico delle religioni Joseph Campbell, in particolare dalla sua opera “L’eroe dai mille volti”, quella immaginata da Lucas è una storia concepita come un mito, capace d’integrare temi classici, concetti filosofici, archetipi universali ed elementi della contemporaneità, restituendoci un modello dell’esperienza umana in cui il processo d’immedesimazione nelle vicende dell’eroe è immediato.Ospiti di Charlot, per raccontarci di George Lucas e del suo genio creativo, il regista, animatore e docente di linguaggi cinematografici Giorgio Ghisolfi, autore di Star Wars. L’epoca Lucas. I segreti della più grande saga postmoderna (Mimesis, 2017) e I mondi di Star Wars. Mistica Jedi e sociologia della forza dentro e fuori la Cortina di Ferro (Mimesis, 2019); il regista, documentarista, docente e critico cinematografico Federico Greco, autore del saggio Star Wars. La poetica di George Lucas. Le avventure di un ragazzaccio con ambizioni eroiche (La Nave di Teseo, 2021) e, infine, l’esperto e grande appassionato di Star Wars Filippo Rossi, autore di Tutte le Guerre Stellari. La metafisica della Forza nella saga di Star Wars (Runa Editrice, 2020).
16/06/2024 • 1 heure, 58 minutes, 50 secondes
L’estate al cinema – gli anni ’70 e ’80
09/06/2024 • 5 minutes, 36 secondes
Corpi che disegnano lo spazio
Si intitolava Utopia e inaugurava nel 2022 il Lugano Dance Project e il sogno di rendere Lugano un centro internazionale di danza contemporanea. Un sogno che nel frattempo si è consolidato insieme alla programmazione nella stagione del LAC di spettacoli importanti ma anche innovativi, capaci di avvicinare il pubblico a quanto di meglio la danza contemporanea offre. Insomma l’humus appare oggi coltivato al meglio e arrivato alla seconda edizione il Lugano Dance Project è un festival a tutto tondo che prevede cinque nuove produzioni realizzate in collaborazione con teatri importanti, performance site-specific in luoghi inaspettati che portano la danza al di fuori dei teatri, e poi tavole rotonde, workshop, incontri, proiezioni e tanto altro.Ma perché il LAC ha voluto così fortemente questo progetto, ancorandolo al territorio e mettendolo allo stesso tempo in dialogo con artisti e operatori da tutto il mondo? Ne parliamo con il direttore generale e il direttore artistico del centro culturale luganese, Michel Gagnon e Carmelo Rifici. Parleremo poi del programma con il consulente artistico per la danza del LAC Lorenzo Conti alla luce del tema scelto: la relazione tra corpo e architettura. E infine due protagonisti del festival il coreografo Michele Di Stefano e l’architetto e designer Riccardo Blumer ci racconteranno nella pratica dialogo e interazione tra movimenti dei danzatori (e non solo) e spazio architettonico.
09/06/2024 • 1 heure, 58 minutes, 21 secondes
L’estate al cinema – gli anni ‘60
02/06/2024 • 5 minutes, 15 secondes
Per sole donne
A fine 2023 ha debuttato allo Spazio Rossellini di Roma “Svelarsi”, l’ultimo progetto teatrale della pluripremiata attrice Silvia Gallerano. Sul palco, otto attrici, fra cui la stessa Gallerano, otto corpi di donne nude, che si raccontano e si confessano, fra senso di inadeguatezza, umiliazioni subite, maternità, canoni di bellezza imposti, identità femminile. In platea… un pubblico di sole donne (o chi si sente tale). Gli spettatori maschi non sono ammessi.Una provocazione che suscita dibattito e che ci invita a interrogarci su quale sia il senso, nel 2024, di un’arte performativa esclusivamente femminile. Una proposta separatista, che enfatizza le differenze fra maschi e femmine, rischia di risultare escludente e autoreferenziale? È superata dalla più recenti istanze queer? Oppure, con la sua provocazione, riaccende un dialogo artistico e politico ancora necessario, rivelando contraddizioni e disparità che ancora sussistono nel mondo dello spettacolo e nella società?Ne parliamo con le attrici e registe teatrali Silvia Gallerano e Monica Ceccardi, animatrice dal 2020 di un laboratorio d’indagine sul femminile per donne presso il Teatro Pan di Lugano, e con Ilenia Caleo, performer e ricercatrice presso l’Università di Venezia, esperta di arte femminista queer.
02/06/2024 • 1 heure, 56 minutes, 56 secondes
L’estate al cinema- gli anni ’50
26/05/2024 • 5 minutes, 34 secondes
Tutta la Svizzera in Ticino!
Le Giornate o Incontro del teatro Svizzero sono nate nel 2014 su iniziativa dell’unione dei teatri svizzeri con il sostegno dell’Ufficio federale della cultura, e in questi dieci anni si sono svolte in alternanza nelle diverse regioni linguistiche. Nel 2024 tornano per la seconda volta nella Svizzera italiana (la prima era stata nel 2017) ospitate da LAC e Teatro foce a Lugano e dal Teatro Sociale a Bellinzona. Loro scopo e obiettivo è da un lato offrire al pubblico dei luoghi in cui fa tappa una panoramica di quanto di meglio produce la scena teatrale svizzera delle diverse regioni, dall’altro promuovere e favorire il dialogo e il confronto tra i professionisti delle arti performative che provengono dai diversi contesti linguistici e culturali.L’edizione “ticinese” - a cui è dedicata questa intera puntata di Charlot - prova a riflettere sul futuro del teatro con una selezione di sei spettacoli e con un ricco programma collaterale di incontri e discussioni che puntano a mettere a fuoco sfide e problematiche della disciplina. Proprio su quegli interrogativi si china anche il nostro magazine dedicato alle arti sceniche ospitando la direttrice artistica delle Giornate Julie Pauker, le registe e drammaturghe Francesca Garolla e Anahi Traversi, la responsabile della comunicazione dell’Accademia Dimitri Susanna Lotz e una giovane neodiplomata dell’Accademia, Luna Scolari.
26/05/2024 • 2 heures, 52 secondes
Laudate Dominum, laudate hominem
Il blasfemo è il momento del tremito. Si trema quando si tocca qualcosa che è sacro; forse è già distrutto, distorto, deformato e comunque rimane sacro. Il blasfemo è un modo per ristabilire i legami perduti, per ristabilire qualcosa che è vivo [...] Non c’è blasfemo se non c’è relazione vivente col sacroCosì si esprimeva, sul concetto di blasfemia e sulla sua relazione con il teatro e il sacro, Jerzy Grotowski, regista che ha influenzato profondamente il teatro contemporaneo, con il suo approccio innovativo alla performance. Del resto, nel corso della sua storia, il teatro si evoluto e trasformato rimanendo sempre in dialogo con quel senso di necessità e di connessione con il sacro che, nella Grecia antica, caratterizzava i riti originari.Ma il sacro ha ispirato anche molte altre forme d’arte nel corso dei secoli. Per esempio, è accaduto con la musica, il cinema e la danza, capaci di offrire, ognuno a modo suo, uno spazio unico per riflettere sul concetto del sacro e sulle narrazioni mitiche che lo accompagnano. La buona novella di Fabrizio De André è certamente un esempio significativo di come il sacro possa essere interpretato attraverso la canzone, mentre nel cinema c’è solo l’imbarazzo della scelta, andando da film come The Tree of Life di Terrence Malick o Il settimo sigillo di Ingmar Bergman a The Truman Show di Peter Weir, tutte opere che s’interrogano sul significato del divino e dei suoi simboli, e sulla loro presenza nelle nostre vite.Ospiti di Charlot – per esplorare la dimensione del sacro nella canzone, al cinema, a teatro e nella danza classica orientale – il giornalista Paolo Ghezzi autore di Laudate hominem. Il Vangelo secondo De André (Ancora, 2024); Ermelinda M. Campani, direttrice del centro studi della Stanford University a Firenze e autrice del saggio Cinema e sacro. Divinità, magia e mistero sul grande schermo (Gremese, 2013); Roberto Cuppone, attore, regista e drammaturgo, nonché professore associato di Antropologia teatrale all’università di Genova, ed Ester Fuoco, studiosa di teatro e ricercatrice in discipline dello spettacolo allo IULM di Milano, entrambi curatori del saggio Blasphemia. Il teatro e il sacro (CELID, 2019) e, infine, la giornalista ed esperta di danza Francesca Rosso autrice di La danza nel cinema di Bollywood (Aracne, 2016).
19/05/2024 • 1 heure, 58 minutes, 26 secondes
Il cinema delle periferie – Brasile
12/05/2024 • 5 minutes, 53 secondes
Gioco anch’io
«Il gioco è una funzione che contiene senso; anzi, è lo strumento privilegiato nella costruzione di senso» lo sosteneva lo storico e linguista Johan Huizinga nel suo saggio Homo Ludens uscito nel 1938.Un saggio in cui Huizinga argomenta come la stessa civiltà umana si sviluppi e sorga da un’esperienza ludica e che tutte quelle attività che attribuiamo alla sfera della serietà, come l’arte, la scienza, la religione, fino alla guerra, prendano forma a partire dal gioco. Un discorso che vale anche per la cultura che ha nelle sue fasi originarie il carattere di un gioco. A quelle fasi torna in una certa misura l’ultima creazione del collettivo teatrale Trickster-p The Game che ha debuttato qualche settimana fa al Lac di Lugano e che ora inizia la sua tournée nelle città della Svizzera interna. Del rapporto tra gioco e teatro, ma anche delle affinità e delle ibridazioni tra cinema, serie tv e la più moderna delle declinazioni ludiche, i video games, parla questa settimana Charlot con un nutrito gruppo di ospiti dalla regista Cristina Galbiati, anima e fondatrice del Trickster-p, al game designer che ne ha affiancato il lavoro per the Game Pietro Polsinelli, fino ai prof. Emanuela Scarpellini e Matteo Bittanti che hanno dedicato numerosi saggi al ruolo dei videogiochi nella società contemporanea.
12/05/2024 • 1 heure, 55 minutes, 29 secondes
Il cinema delle periferie – Svezia
05/05/2024 • 6 minutes, 11 secondes
Shakespeare in Hollywood
Più di ogni altro scrittore, ce n’è uno che ha fornito al cinema drammi, poesie e canzoni. Centinaia di attori, scrittori e registi hanno lavorato in film ispirati dalla sua magnifica eredità. Con queste parole, l’attore e regista Kenneth Branagh, presentava l’omaggio filmato di Hollywood a William Shakespeare, durante la notte degli Oscar del 1997. È stata l’epifania di un processo di appropriazione culturale, da parte dell’industria cinematografica, che si è sviluppato lungo tutto il primo secolo di cinema. Del resto, il drammaturgo e poeta inglese, nato a Stratford-upon-Avon nel 1564, è la figura più titolata nell’intera storia degli Academy Awards, con ben 86 candidature che hanno portato a 30 Oscar per 26 film considerati shakespeariani a vario titolo. Un successo il cui segreto si cela probabilmente nella profondità dei temi affrontati dalle opere di Shakespeare. Amore, vendetta, ambizione. Potere. Ma forse, ancor di più, nei personaggi che, da Romeo e Giulietta ad Amleto, da Otello a Lady Macbeth, possiedono una complessità psicologica e un’umanità uniche e al contempo universali. E Hollywood, in più di un’occasione, ha tratto vantaggio proprio dalla forza e dalla profondità di questi personaggi.Fra gli altri, ospiti di Charlot – per indagare le ragioni del successo cinematografico di Shakespeare e del suo stretto rapporto con la settima arte – Arturo Cattaneo, professore ordinario di Letteratura Inglese all’Università Cattolica di Milano e autore, insieme a Gianluca Fumagalli, del saggio Shakespeare in Hollywood (Einaudi, 2024); lo sceneggiatore Mario Ruggeri, autore del libro Shakespeare sceneggiatore. La tecnica di scrittura di cinque grandi tragedie (Vita e Pensiero, 2016) e, infine, la scrittrice, critica letteraria, traduttrice, e profonda conoscitrice dell’opera del Bardo, Nadia Fusini.
05/05/2024 • 1 heure, 57 minutes, 15 secondes
Il cinema delle periferie – Spagna
28/04/2024 • 5 minutes, 47 secondes
Se cinema e teatro raccontano la casa
Le case e gli appartamenti raccontano moltissimo di chi li abita. A un occhio attento osservare il luogo in cui una persona vive fornisce un’infinità di informazioni sul carattere, i gusti, l’umore e i sentimenti di chi si muove in quello spazio. È insomma in qualche caso un ulteriore personaggio di un film e comunque un elemento essenziale nello svilupparsi della narrazione. Da pareti di cartapesta a vere e proprie architetture anche le scenografie teatrali, di prosa o di lirica poco importa, sono sul palco, oltre che di illustrare, capaci di raccontare relazioni tra i personaggi e atmosfere. Ne parliamo a Charlot questa settimana con l’artista visuale Ila Beka che nei suoi film esplora come le persone vivono, percepiscono si muovono e si relazionano con lo spazio architettonico, con il semiologo Ruggero Eugeni che ha indagato nei suoi saggi l’effetto dei media e del cinema sugli spettatori e con la scenografa Margherita Palli, autrice di vere e proprie macchine teatrali abitative.
28/04/2024 • 1 heure, 57 minutes, 37 secondes
Lezioni di musica – violino
21/04/2024 • 9 minutes, 16 secondes
I luoghi della settima arte
Ci sono luoghi che conosciamo pur non essendoci mai stati. È una delle magie del cinema. New York, Parigi, Roma, Venezia e tante altre città fanno parte dell’immaginario cinematografico. Non solo sfondo, ma vere e proprie protagoniste delle storie raccontate sul grande schermo, capaci d’influenzare atmosfera, trama e personaggi. Attraverso le loro strade, quartieri e architetture, le città diventano specchi delle società e delle identità rappresentate nei film. Al contempo, il cinema contribuisce a plasmare l’immaginario collettivo di questi luoghi, influenzando la nostra percezione, la nostra memoria urbana. Un legame fra cinema e città che è all’origine di un ciclo virtuoso d’ispirazione, riflessione e rappresentazione che arricchisce entrambi i mondi.Inoltre, da sempre, il cinema ha una straordinaria influenza sulla promozione dei luoghi. Le location utilizzate nei film diventano attrazioni turistiche. Non a caso, soprattutto negli ultimi decenni, attraverso l’istituzione di film commission, diverse città e regioni – anche nella Svizzera italiana – hanno cercato di attirare le produzioni cinematografiche per promuovere il turismo e l’economia locale.Fra gli altri, ospiti di Charlot, il giornalista, saggista e critico cinematografico Oscar Iarussi autore del saggio Andare per i luoghi del cinema (Il Mulino, 2017); il giornalista e responsabile sviluppo e innovazione RSI Lorenzo Buccella autore del libro Locarno on/Locarno off. Storia e storie del Film Festival (Edizioni Casagrande, 2022); lo scrittore e sceneggiatore Mario Mucciarelli autore della raccolta di racconti Lumière Lumière. La vera storia dell’invenzione del cinema e altre amenità (Sagoma, 2024) e infine Lisa Barzaghi e Lola Rossier figure cardine, dal punto di vista operativo, della Ticino Film Commission.
21/04/2024 • 1 heure, 56 minutes
Il cinema delle periferie – Il cinema asiatico
14/04/2024 • 6 minutes, 28 secondes
Cercasi Dramaturg disperatamente
Il Dramaturg è una figura comune nel teatro di lingua tedesca. Di solito uno scrittore – o comunque qualcuno che ha dimestichezza con la scrittura – che a partire dal Settecento lavora stabilmente in una compagnia o in un teatro alla rielaborazione o alla creazione dei testi da rappresentare. Nel tempo il D ha poi assunto anche il compito di proporre nuovi testi, suoi o di autori contemporanei. Una figura che almeno fino alla fine del Novecento non è esistita nel teatro in lingua italiana. Non perché naturalmente non ci sia stata lettura e interpretazione dei testi. Giorgio Strehler o Luca Ronconi ad esempio sono famosi per l’attenzione che sapevano porre nella lettura del testo che andavano ad allestire. Ma appunto erano registi, anzi maestri di quel teatro di regia che ha caratterizzato le scene italiane.Da qualche anno però questa figura affianca i registi che lavorano in italiano e ne abbiamo avuti esempi recenti anche sulle scene della svizzera italiana. A Charlot ne parliamo con figure diverse – dall’attore, al regista, dall’autore alla teorica del teatro, chiedendoci come il Dramaturg all’italiana sta mutando la scena contemporanea.Con noi per parlarne Marzio Gandola, Michele Altamura e Gabriele Paolocà della compagnia VicoQuartoMazzini, Marco Foschi con Piersandra di Matteo.
14/04/2024 • 1 heure, 54 minutes, 47 secondes
Tra fiction e documentario
Per inaugurare la Spring Academy 2024, il 16 e 17 marzo, il cinema Rialto di Locarno, ha ospitato l’undicesima edizione de “L’immagine e la parola”, curata da Giona Nazzaro e Daniela Persico. L’evento primaverile del Locarno Film Festival, intitolato per l’occasione “Noi e gli altri”, ha visto protagonista il cinema della regista francese Alice Diop, oggi fra i maggiori esponenti del “cinema del reale” e vincitrice del Leone d’argento alla 79esima Mostra del cinema di Venezia con il film “Saint Omer”, la storia di un infanticidio che prende spunto da un fatto realmente accaduto nel Nord della Francia. Con l’espressione “cinema del reale” ci si riferisce a un approccio cinematografico che cerca di catturare la realtà così com’è, offrendo allo spettatore uno sguardo diretto e autentico su persone e luoghi reali. Provando a farlo con discrezione, senza grandi manipolazioni narrative. Senza l’aggiunta di artifici estetici. Ma qual è il rapporto che intercorre tra fiction e documentario, tra la realtà e il suo racconto per immagini? Ospiti di Charlot, per indagare il legame tra e fiction e documentario sul grande schermo, la ricercatrice Cristina Formenti, autrice del saggio Il mockumentary. La fiction si maschera da documentario (Mimesis, 2013); il ricercatore Samuel Antici, autore del libro Shooting Back. Il documentario e le guerre del nuovo millennio (Meltemi, 2024); il giornalista e critico cinematografico Enrico Magrelli; il direttore del Conservatorio internazionale di scienze audiovisive (CISA) Marco Poloni e, infine, la cineasta Alice Diop e Daniela Persico intervistate dalla collega Moira Bubola.
24/03/2024 • 1 heure, 55 minutes, 15 secondes
Il cinema delle periferie - Argentina
17/03/2024 • 5 minutes, 17 secondes
Lezioni di musica - Organetto diatonico
17/03/2024 • 3 minutes, 41 secondes
Less is more
Un film che sceglie di raccontare l’Olocausto senza mostrare una sola immagine di prigionieri emaciati, baracche e camere a gas, e che riesce comunque a colmare il pubblico di orrore. Questo lo spunto da cui parte la puntata di Charlot. “La zona d’interesse”, Oscar come miglior film straniero 2024, il film che Jonathan Glazer ha tratto dal libro omonimo di Martin Amis, è un film in totale sottrazione che proprio con l’uso di questo meccanismo ottiene il risultato di infrangere stereotipi e superare il sovraccarico di immagini in cui siamo immersi. Così immersi da aver in parte perso la capacità di leggerle e interpretarle. E forse parte del successo di questo film è dovuto anche alla sorpresa di riscoprire un’interazione tra suono e immagine, tra evocazione e narrazione. E di ritrovare in queste interazioni la potenza di un linguaggio narrativo creativo e originale sullo schermo ma anche sul palco.Sul rapporto tra immagine e narrazione ci interroghiamo con il critico televisivo Aldo Grasso, la giornalista e critica letteraria e cinematografica Maria Rosa Mancuso e con Davide Livermore, regista di prosa e di opera.
17/03/2024 • 1 heure, 58 minutes, 2 secondes
Anatomia di un Oscar (5./5)
10/03/2024 • 4 minutes, 23 secondes
And the winner is…
Si assegnano nella notte tra il 10 e l’11 marzo gli Oscar per le eccellenze cinematografiche dello scorso anno. Una cerimonia che ha a sua volta una valenza spettacolare e che chiude non solo la serie dei premi per cinema e televisione, ma anche quella per musica e teatro. Per Charlot è l’occasione per dare uno sguardo d’assieme ai valori che sono emersi dai tanti e vari Awards. Ma non solo. Quanto valgono per chi li vince questi premi? E quanto orientano il pubblico nei suoi consumi di musica o nella scelta dei film da vedere in sala, le nominations e le diverse statuette conquistate? E ancora, quanto è mutata nel tempo la relazione tra premi considerati più vicini al gusto di un vasto pubblico e i festival dove venivano proposti lavori più di nicchia? Di premi cinematografici e televisivi e poi anche musicali e teatrali parliamo con i critici cinematografici Mattia Carzaniga, Chiara Fanetti e Moira Bubola, con il giornalista Michele R. Serra e con la storica del teatro Maddalena Giovannelli.
10/03/2024 • 1 heure, 58 minutes, 26 secondes
Lezioni di musica – Chitarra
03/03/2024 • 9 minutes, 41 secondes
Anatomia di un Oscar
03/03/2024 • 4 minutes, 24 secondes
Nell’occhio della storia
«Se il sogno è uno specchio deformato, in cui trovare forme inattese e linguaggi altrimenti inaccessibili, la realtà, nel suo racconto storico, si afferma quale necessità per riprendere gli avvenimenti del passato e renderli indelebili per immaginare il futuro.» Così si legge sul sito del LAC a proposito del Focus Nell’occhio della storia. Ma cosa lega la storia alla narrazione? Come s’intreccia con la finzione di un palcoscenico o del grande schermo?Per esempio, in inglese, si utilizzano due termini diversi per la parola storia. C’è story, con cui si definisce un racconto di finzione e poi history che sta a indicare il passato, la storia con la esse maiuscola, anche se al suo interno racchiude comunque la parola story e quindi probabilmente anche elementi di finzione.La storia e gli eventi del passato hanno così un rapporto molto stretto con il modo che abbiamo di ricordarli, di esprimerli e di raccontarli.Fra gli altri, ospiti di Charlot, l’autore, regista e attore Nicola Borghesi della compagnia bolognese Kepler-452 che, con Enrico Baraldi, ha curato la drammaturgia e la regia della pièce Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto; la drammaturga e attrice Angela Dematté autrice dello spettacolo teatrale De Gasperi: L’Europa brucia diretto da Carmelo Rifici; il regista, compositore di colonne sonore e musiche di scena Gioacchino Balistreri protagonista del workshop Raccontare la Storia con le colonne sonore e infine l’attore e autore teatrale Alessandro Otupacca a proposito del suo monologo Giovanni Falcone – Onore sangue giustizia.
03/03/2024 • 1 heure, 55 minutes, 11 secondes
Le nouveau Capitole
Che cosa rende una città culturalmente viva? Alcune risposte possono soltanto essere azzardate. Proviamoci dunque: la presenza di un’università è fondamentale e poi ci sono i teatri per la prosa e i palcoscenici per la danza. Anche le sale cinematografiche sono un’altra realtà importante senza dimenticare il recupero della memoria visiva grazie alla presenza di una cineteca. L’arte più giovane di tutte ha sin dai suoi albori (era il 1933 quando Stoccolma inaugurava quella svedese) espresso la volontà di tenere traccia della sua storia e della sua memoria. Losanna, dopo una parentesi basilese, ha raccolto il patrimonio visivo del nostro Paese ed è riuscita, negli anni e attraverso molte difficoltà, a dare una casa a film e documentari trovando il luogo adatto per la cineteca nell’elegante palazzo del Casinò di Montbenon. Ora la casa del cinema diventa lo storico Capitole a cui Jacqueline Veuve aveva dedicato un commovente omaggio nel suo bellissimo “La petite dame du Capitole”.Le nouveau Capitole si inaugura il 23 di febbraio e Charlot, condotto e realizzato da Monica Bonetti e Moira Bubola, sarà in diretta proprio da lì, domenica 25 febbraio, dalle 14.30 alle 16:30, assieme al Direttore della Cinémathèque Frédéric Maire e al membro di Direzione Chicca Bergonzi, ci saranno poi la regista Rachel M’Bon; Gianni Haver, Professore di sociologia e il corrispondente di Rete Due dalla Romandia Lou Lepori.
25/02/2024 • 1 heure, 56 minutes, 21 secondes
Anatomia di un Oscar
11/02/2024 • 3 minutes, 50 secondes
Chiedi al sudore
Può forse stupire ma cinema e sport moderno nascono assieme e hanno entrambi origine nella società industriale di fine Ottocento. Una società che inizia a coltivare una nuova cultura del corpo e una nuova cultura dell’immagine e dove fisicità e sguardo si incrociano fondendosi nella magia dello schermo. In quest’ottica gli innumerevoli esempi di narrazioni audiovisive sul o attorno lo sport si spiegano quasi da sé, e rintracciare le diverse modalità narrative con cui cinema, televisione, e in alcuni casi anche teatro, affrontano il racconto delle sfide, degli eventi o della vita di uomini e donne di sport, significa anche ricostruire come la nostra cultura si confronta con il corpo e la sua rappresentazione.Di racconti sportivi parliamo questa settimana a Charlot con: Federico Buffa, giornalista sportivo ma anche autore e attore teatrale, Danilo Baccarani, autore del libro Cinema e Sport e con Chiara Fanetti giornalista culturale e cinematografica attenta al racconto audiovisivo su ogni tipo di schermo con cui affronteremo gli ultimi formati diffusi soprattutto sulle piattaforme di streaming.
11/02/2024 • 1 heure, 55 minutes, 38 secondes
Lezioni di musica – Tromba
04/02/2024 • 7 minutes, 38 secondes
Anatomia di un Oscar
04/02/2024 • 4 minutes, 4 secondes
Dentro e fuori dai generi
Si sono nutriti a vicenda, sovrapponendosi e talvolta incrociandosi. Oppure danzando uno con l’altro. Sono i generi. Letterari, teatrali, cinematografici e non solo. Ma cos’è il genere? Il concetto di genere, nei diversi ambiti artistici, è riferito alle categorie utilizzate per classificare e ordinare le opere sulla scorta di elementi tematici, stilistici e strutturali simili.
Nel teatro, il genere delinea la natura dell’azione scenica, distinguendo, per esempio, fra dramma, commedia o tragedia. Nel cinema, i generi spesso indicano le categorie narrative: azione, dramma, horror, fantasy o commedia. Nella danza poi, il genere, può riflettere stili coreografici specifici o intenti espressivi, come nel caso del balletto classico oppure della danza contemporanea.
I generi sono una mappa. Aiutano il pubblico a orientarsi. A scegliere. Suggerendo previsioni relative ai temi e alle convenzioni narrative. Tuttavia, sempre più spesso, le opere sono il frutto dell’ibridazione dei generi, arrivando perfino a scardinare le tradizionali definizioni – sconfinando in territori inediti – fino al punto di ritrovare il genere anche al di fuori del genere.
Tra gli altri, ospiti di Charlot, il critico cinematografico Bruno Fornara, autore del libro Geografia del cinema. Viaggi nella messinscena (Rizzoli, 2001) e della monografia Charles Laughton. La morte corre sul fiume (Lindau, 1998); il professor Franco Perrelli già ordinario di Discipline dello Spettacolo al DAMS dell’Università di Torino e di Bari, autore dei saggi Poetiche e teorie del teatro (Carocci, 2018), Le origini del teatro moderno. Da Jarry a Brecht (Laterza, 2016) e I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowski, Barba e Brook (Laterza, 2007) e, infine, la giornalista Francesca Rosso autrice del volume Cinema e danza. Storia di un passo a due (Utet, 2008).
04/02/2024 • 1 heure, 58 minutes, 26 secondes
Anatomia di un Oscar
28/01/2024 • 4 minutes, 38 secondes
Tra sperimentazione e indipendenza
Quando vengono accostati al termine musica gli aggettivi sperimentale e indipendente suonano quasi come sinonimi. Vero è che a volte la musica sperimentale è gioco forza indipendente perché costretta ad autoprodursi. Vero anche soprattutto che sotto queste etichette si trovano cose molto diverse perché né l’una né l’altra definiscono davvero un genere ma dicono piuttosto qualcosa dell’atteggiamento, del modo di concepire la musica di un artista.Di musica sperimentale e di chi la crea e la produce si occupa Charlot questa settimana, prendendo spunto e occasione da una serie di appuntamenti che a titolo diverso propongono in queste settimane l’opportunità di scoprire nella Svizzera italiana artisti che hanno votato la loro ricerca alla sperimentazione.Con i musicisti Barbara Lehnhoff, Kety Fusco, Fabio Pinto, Federico Albanese, e con la danzatrice Marta Ciappina.
28/01/2024 • 1 heure, 56 minutes, 44 secondes
Lezioni di musica – flauto
21/01/2024 • 7 minutes, 17 secondes
I tuttofare del cinema – Ben Affleck
21/01/2024 • 5 minutes, 56 secondes
L’America del mito
Sono molte le tessere che compongono il mosaico del mito americano. Per esempio, nel corso della storia degli Stati Uniti, il mito della “frontiera” e del West hanno contribuito a plasmare la percezione di un’America come terra delle grandi opportunità e dalle possibilità illimitate. C’è poi l’american dream. Il sogno americano. Ovvero l’idea che tutti possono ambire al successo. Ogni cittadino, indipendentemente dalle sue origini, può migliorare la propria condizione sociale e personale grazie alla dedizione unita al duro lavoro. Un sogno alimentato dall’ideale di libertà individuale e dall’aspirazione all’indipendenza. Non a caso, la Dichiarazione d’Indipendenza del 1776, l’atto di nascita degli Stati Uniti d’America, sottolinea proprio questi due principi fondamentali. E il concetto di libertà personale è da sempre un elemento chiave nella costruzione dell’identità nazionale. Ma com’è stato raccontato e rimodellato dal cinema, dalla televisione e dal musical, il mito americano? Ospiti di Charlot, per riflettere su quale sia stata l’evoluzione del racconto del mito americano, i critici Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, autori del volume Spettri di Clint. L’America del mito nell’opera di Eastwood (Baldini e Castoldi, 2023); Luca Barra, esperto di media e televisione, autore del volume La sitcom. Genere, evoluzione, prospettive (Carocci, 2020) e il musicologo Luca Cerchiari, docente di Storia della musica pop e jazz allo IULM di Milano, autore del libro Storia del musical. Teatro e cinema da Offenbach alla musica pop (Bompiani, 2022).
21/01/2024 • 1 heure, 57 minutes, 49 secondes
I tuttofare del cinema – Angelina Jolie
14/01/2024 • 5 minutes, 3 secondes
Rileggere è sempre una prima volta
“D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima”. Lo scriveva Italo Calvino in una raccolta di saggi non a caso intitolata “Perché leggere i classici”. Aggiungeva poi lo scrittore italiano: “D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura”.Oscilla tra questi due concetti la puntata di questa settimana di Charlot che pone a registi e attori, recentemente impegnati in allestimenti di classici o in loro adattamenti, la domanda “cosa accade rileggendo un classico per trarne uno spettacolo?”Le risposte riconducono alla forza di quei testi che proprio perché classici non solo non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire, ma sono anche il riflesso - come ancora Calvino ci insegnava – delle letture che hanno preceduto la nostra e mantengono in sé la traccia delle culture che hanno attraversato.Con i registi e autori Marco Maria Linzi, Marco Drago, Gaetano Cappa, Margherita Saltamacchia e con l’attore Massimiliano Speziani.
14/01/2024 • 1 heure, 57 minutes, 24 secondes
Lezioni di musica – Organo
17/12/2023 • 8 minutes, 51 secondes
L’eredità del grande Lebowski
Il grande Lebowski, il settimo film dei fratelli Coen, fu presentato in anteprima al Sundance film Festival, il 18 gennaio del 1998 e, sempre nel corso di quell’anno, venne poi distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Anche se all’inizio fu accolto tiepidamente, a 25 anni di distanza, questo capolavoro dei due geniali registi statunitensi, è ormai diventato un assoluto cult, ha legioni di fan (gli Achievers), un festival annuale (il Lebowski Fest) e ha dato perfino origine a una religione (il Dudeismo).Il film, un’irresistibile commedia noir, ambientata a Los Angeles, nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, vede quale protagonista d’eccezione, l’attore Jeff Bridges nei panni di “Drugo”, uno scansafatiche che vive le sue giornate fumando marijuana e bevendo white russian, tra una partita di bowling e l’altra con gli amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). La sua vita viene però presto sconvolta dalla visita di due picchiatori che, solo in seguito all’aggressione, realizzano di aver mancato l’obiettivo a causa dell’omonimia con un miliardario che nulla ha a che fare col Drugo. Tuttavia, prima di togliere il disturbo, i due urinano sul suo “bel tappeto”, rovinandolo. Convinto dall’amico Walter, Drugo decide così di farselo risarcire dal suo facoltoso omonimo. Una scelta che dà il via a un’intricata serie di eventi che lo vedranno, suo malgrado, coinvolto in un misterioso rapimento e nel suo riscatto. Perché Jeffrey Lebowski detto “Drugo” è entrato a far parte del nostro immaginario collettivo? E quali sono le ragioni che, a 25 anni di distanza, hanno fatto di quest’opera dei fratelli Coen un capolavoro senza tempo? Ospiti di Charlot la giornalista e conduttrice di Radio 24 Marta Cagnola, il fumettista e illustratore Stefano Frassetto, lo sceneggiatore e regista bellinzonese Erik Bernasconi, il traduttore, scrittore e regista Stefano Tummolini e lo scrittore, sceneggiatore e autore televisivo Emiliano Ereddia.
17/12/2023 • 2 heures
I tuttofare del cinema – Clint Eastwood
17/12/2023 • 5 minutes, 22 secondes
L’eredità del grande Lebowski
Il grande Lebowski, il settimo film dei fratelli Coen, fu presentato in anteprima al Sundance film Festival, il 18 gennaio del 1998 e, sempre nel corso di quell’anno, venne poi distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Anche se all’inizio fu accolto tiepidamente, a 25 anni di distanza, questo capolavoro dei due geniali registi statunitensi, è ormai diventato un assoluto cult, ha legioni di fan (gli Achievers), un festival annuale (il Lebowski Fest) e ha dato perfino origine a una religione (il Dudeismo).Il film, un’irresistibile commedia noir, ambientata a Los Angeles, nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, vede quale protagonista d’eccezione, l’attore Jeff Bridges nei panni di “Drugo”, uno scansafatiche che vive le sue giornate fumando marijuana e bevendo white russian, tra una partita di bowling e l’altra con gli amici Walter (John Goodman) e Donny (Steve Buscemi). La sua vita viene però presto sconvolta dalla visita di due picchiatori che, solo in seguito all’aggressione, realizzano di aver mancato l’obiettivo a causa dell’omonimia con un miliardario che nulla ha a che fare col Drugo. Tuttavia, prima di togliere il disturbo, i due urinano sul suo “bel tappeto”, rovinandolo. Convinto dall’amico Walter, Drugo decide così di farselo risarcire dal suo facoltoso omonimo. Una scelta che dà il via a un’intricata serie di eventi che lo vedranno, suo malgrado, coinvolto in un misterioso rapimento e nel suo riscatto. Perché Jeffrey Lebowski detto “Drugo” è entrato a far parte del nostro immaginario collettivo? E quali sono le ragioni che, a 25 anni di distanza, hanno fatto di quest’opera dei fratelli Coen un capolavoro senza tempo? Ospiti di Charlot la giornalista e conduttrice di Radio 24 Marta Cagnola, il fumettista e illustratore Stefano Frassetto, lo sceneggiatore e regista bellinzonese Erik Bernasconi, il traduttore, scrittore e regista Stefano Tummolini e lo scrittore, sceneggiatore e autore televisivo Emiliano Ereddia.
17/12/2023 • 1 heure, 56 minutes
Pillole d’opera – Don Carlo
10/12/2023 • 3 minutes, 15 secondes
I tuttofare del cinema – Robert Redford
10/12/2023 • 4 minutes, 43 secondes
Tra spazio e tempo - il teatro e l’arte di Bob Wilson
Ha collaborato con figure di spicco del mondo musicale e teatrale. Ha ricevuto innumerevoli premi tra cui il Leone d’oro per la scultura alla Biennale di Venezia del 1993, l’Olivier Award per la miglior opera in scena nel 2003 e ancora il Praemium Imperiale della Japan Art Association per la categoria teatro/cinema nel 2023. Artista, scultore, videoartista, regista di caratura internazionale, Robert Wilson è una figura eclettica che da più di mezzo secolo non smette di stupire per la sua straripante creatività e la sua capacità di attraversare e contaminare i linguaggi della contemporaneità. In queste settimane il LAC gli dedica un progetto speciale con la sua ultima creazione teatrale Relative Calm realizzata in collaborazione con la grande coreografa statunitense Lucinda Childs; una grande installazione nell’atrio del centro culturale, e un incontro pubblico.Alla figura di Robert Wilson e alla sua eclettica produzione Charlot dedica una puntata monografica che si apre proprio con un incontro con il grande regista e ne esplora poi l’universo artistico insieme a chi da anni collabora con lui.
10/12/2023 • 1 heure, 55 minutes, 24 secondes
Pillole d’opera – Maria Callas
03/12/2023 • 3 minutes, 30 secondes
La cura
Quando si parla di musica, di teatro, danza o di cinema è naturale pensare anche al piacere che accompagna l’ascolto o la visione di un’opera. Una pièce teatrale, un film o una canzone, generano in noi pensieri, sensazioni ed emozioni. “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”, sosteneva Pablo Picasso. D’altronde, spesso, l’arte è lo specchio dei nostri stati d’animo. Come una poesia ci commuove, traducendo le nostre emozioni, oppure ci fa capire cosa stiamo provando in quel momento con parole nuove, o una canzone ci parla se stiamo soffrendo, qualcosa di simile accade quando siamo seduti in poltrona a teatro o nel buio di una sala cinematografica. Così, perfino in ambito medico, ci si è posti la questione di come l’arte possa essere utile negli ospedali o nella prescrizione dei farmaci. Migliorare l’umore e il benessere dei pazienti e dei soggetti coinvolti è l’obiettivo. Ma quali sono i reali benefici delle terapie associate al cinema, al teatro o alla musica? Ospiti di Charlot, per capire come l’arte e la cultura possano talvolta rivelarsi una cura: la drammaturga, regista e attrice teatrale Silvia Gallerano, coordinatrice di due laboratori intitolati “La salute femminile va in scena”, parte del progetto di ricerca teatrale “Svelarsi”; il docente di Arti performative e ricercatore presso l’Università di Bologna Lorenzo Donati, tra i relatori di “Le parole che curano”, terza edizione del corso universitario di Cultura e Salute della Facoltà di scienze biomediche e della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI; il neurologo Bruno Bernardini dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, ospite del simposio “Filosofia, medicina (cervello) e cinema” tenutosi al Monte Verità; il giornalista e saggista Andrea Fiamma, coautore del libro “Cinematerapia. Curarsi con i film. Rimedi cinematografici per ogni stato d’animo” (Newton Compton Editori, 2021) e infine, il musicista e ricercatore del Conservatorio della Svizzera Italiana, Paolo Paolantonio, autore della ricerca “Art for ages. Musica nella comunità” sul ruolo della musica nelle case di cura.
03/12/2023 • 1 heure, 57 minutes, 12 secondes
I tuttofare del cinema – Warren
03/12/2023 • 5 minutes, 35 secondes
L’arte del(raccontare)la Guerra
Fin dalle sue origini nell’antica Grecia il teatro ha raccontato la Guerra, mitizzandola, esecrandola, in ogni caso riflettendo sulle sue origini e le sue ripercussioni sulla vita e la psiche dell’umanità. In momenti come quello attuale in cui le guerre sono così presenti nelle cronache dei nostri giornali e negli incubi di tante persone, è naturale che alla riflessione sulla guerra torni a guardare anche il teatro con testi nuovi o rileggendo i classici. Alla guerra e ai racconti teatrali attorno ad essa, comprese quelli sulle rivoluzioni che a volte la precedono o la accompagnano, è dedicata questa puntata di Charlot. Una puntata in cui intervengono registi, autori ed attori da sempre impegnati in un teatro di riflessione come Gabriele Vacis che porta in scena con un gruppo di giovanissimi attori “Antigone” di Sofocle, o come la compagnia Frosini/Timpano impegnata in “Ottantanove” sulla rivoluzione francese e la sua influenza sulla nascita delle nostre democrazie, ma anche un fotoreporter come Gianluca Grossi che tanti conflitti soprattutto medio orientali ha raccontato con parole ed immagini nelle sue cronache giornalistiche e che ora sulla guerra riflette in Servito a zero lo spettacolo in scena al suo debutto al teatro San Materno di Ascona.
26/11/2023 • 1 heure, 58 minutes, 11 secondes
Lezioni di Musica – Composizione
26/11/2023 • 8 minutes, 50 secondes
I tuttofare del cinema – Barbra Streisand
26/11/2023 • 6 minutes, 12 secondes
Il cinema del futuro – War Games
19/11/2023 • 5 minutes, 40 secondes
L’arte di narrare tra teatro, cinema e letteratura
Quali sono gli elementi che rendono avvincente un racconto? Qual è la ricetta segreta secondo la quale il narratore riesce a catturare l’attenzione e a stringere con chi ascolta quel patto di fiducia che rende possibile accettare il fantastico come verosimile, lo straordinario come reale?Da bambini forse ci è sembrato che “C’era una volta” fosse una sorta di formula magica: una chiave per aprire le porte del fantastico e renderlo parte del nostro mondo. Crescendo però si scopre che la magia della narrazione dipende meno dal contenuto del racconto che dall’abilità del narrante di regalare un corpo, delle immagini e dei suoni a quanto va raccontando. Si scopre insomma che la meravigliosa arte del narrare è appunto un’arte, la base del teatro ma anche del cinema, della televisione, della radio e di ogni altra forma di narrazione utilizzata da uomini e donne.Sulla potenza della narrazione e della sua tradizione orale si interroga questa settimana Charlot insieme ai suoi ospiti: lo scrittore ed attore Marco Baliani, uno dei padri del teatro di narrazione italiano, Chiara Fanetti giornalista culturale e cinematografica con cui parleremo della serie di cortometraggi realizzati da Wes Anderson su brevi racconti di Roald Dahl, ed Emanuele Conte presidente della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse che ha allestito uno spettacolo partendo da “I nostri Antenati” la trilogia di Italo Calvino incentrata su tre racconti fantastici.
19/11/2023 • 1 heure, 52 minutes, 50 secondes
Il cinema del fututo – Il caimano/ Habemus Papam
12/11/2023 • 5 minutes, 24 secondes
Pillole d’opera – Maddalena
12/11/2023 • 4 minutes, 10 secondes
In viaggio con la Compagnia Finzi Pasca
Quarant’anni sono un traguardo importante. A maggior ragione se a compierli è una compagnia teatrale come la Compagnia Finzi Pasca che vede la luce nel 1983, quando di ritorno da un viaggio in India, Daniele Finzi Pasca all’epoca diciannovenne, insieme a Maria Bonzanigo e Marco Finzi, dà vita al Teatro Intimo Sunil poi diventato Teatro Sunil. È l’inizio di un’avventura rocambolesca e inimmaginabile che, dal primo spettacolo del 1984 intitolato “Rituale” e portato in scena a Pregassona, li condurrà fino alla creazione delle Cerimonie olimpiche di Torino nel 2006 e di Sochi nel 2014.“Durante questi 40 anni abbiamo disegnato sin dal principio un modo di vivere insieme, viaggiare insieme e viaggiando abbiamo incontrato tanti che si sono uniti a questa nostra avventura, arricchendola, influenzandola e difendendola negli anni a seguire.Le strade di alcuni tra di noi si sono divise, altri la vita ce li ha strappati via.Abbiamo avuto fortuna, quella che ci ha fatto incontrare persone che ci hanno preso per mano e ci hanno spinto lontano, aperto porte, condotto in luoghi sconosciuti, insegnato e trasmesso i segreti della nostra arte.”Un’arte in cui Daniele Finzi Pasca e la sua Compagnia hanno unito elementi di teatro, danza, acrobazia, circo, opera e documentari, arrivando a creare un loro personalissimo stile che ogni volta si ritrova identico, in una magia che si rinnova di spettacolo in spettacolo.A Charlot celebreremo quest’anniversario con quattro dei cofondatori della Compagnia Finzi Pasca: il regista e attore Daniele Finzi Pasca, vincitore dell’Anello Hans Reinhart nel 2012, con la compositrice e coreografa Maria Bonzanigo, con lo scenografo e attore Hugo Gargiulo e il produttore e attore Antonio Vergamini.
12/11/2023 • 1 heure, 57 minutes
Collaboriamo?
“Perché in Ticino è difficile avviare attività collaborative, attivare una comunità che sappia collaborare in rete? Perché, benché si conoscano i benefici dell’agire in modo cooperativo, non si riesca ad attuare questa pratica in modo sistemico? Perché la comunità culturale e artistica fatica a rispondere alle sollecitazioni per rafforzare il lavoro culturale? Come disinnescare certi meccanismi per cambiare modalità, senza cadere nel moralismo? Quali modi possibili per co-esistere, condividere spazi, tempo, immaginazione?”Queste le domande al centro di “Playground”, l’incontro organizzato a Lugano, a Villa Ciani, da “Isadora. Piattaforma danza”, in occasione del suo primo compleanno. Un’opportunità di riflessione collettiva su alcune questioni urgenti per molti attori, istituzioni, organizzatori e maestranze della scena artistica indipendente della Svizzera italiana.Quindi “Playground” come luogo privilegiato, un “parco giochi” (e il gioco è sempre, in fondo, una cosa seria) in cui, grazie allo sguardo esterno di Eleni Mylona, artista e performer greca attiva a Zurigo e Maria Paola Zedda, curatrice ed esperta di performance, danza e arti visive che lavora tra Milano, Roma e Cagliari, si è discusso, ci si è confrontati e si è voluto immaginare un nuovo modo di stare insieme, uniti da un obiettivo comune: dar voce e dignità alla creazione artistica.Ma come farlo? E con quali strumenti? A Charlot, insieme all’operatrice e giornalista culturale Tiziana Conte, responsabile della Festa Danzante per la Svizzera italiana e ideatrice di Isadora. Piattaforma danza”, ne abbiamo parlato con Cristina Galbiati, regista, artista indipendente e cofondatrice del duo Trickster-p nonché copresidente dell’Associazione t. Professionisti dello spettacolo Svizzera. Con il regista, sceneggiatore, autore di podcast e membro dell’Associazione REC, Olmo Cerri e, infine, con il violoncellista, compositore e presidente della sottocommissione musica del Canton Ticino, nonché membro del consiglio d’amministrazione della SUISA e vicepresidente della Fondation SUISA Zeno Gabaglio.
29/10/2023 • 1 heure, 56 minutes, 12 secondes
Il cinema del fututo – Minority Report
29/10/2023 • 4 minutes, 43 secondes
Lezioni di musica – Flauto
29/10/2023 • 8 minutes, 1 secondes
Il cinema del fututo – The Truman Show
22/10/2023 • 5 minutes, 16 secondes
Sogni di burattini e marionette
Burattini, marionette, pupazzi, ombre e oggetti. Sono loro i protagonisti del teatro di figura, un genere teatrale antichissimo che comprende tutte le forme di spettacolo con oggetti e figure in cui la mano, la voce e il corpo di chi li anima dà loro vita. Grazie a un burattino, un pupazzo o semplicemente un oggetto, il teatro di figura ha il potere di evocare l’invisibile, di affacciarsi sul mistero, sull’inconscio e sui sogni, su tutto ciò che ci accade e che non siamo sempre in grado di decifrare.Eppure il teatro di figura è un teatro per tutti, soprattutto per chi a teatro non c’è mai stato o ancora non sa che non si è mai troppo piccoli o troppo grandi per il teatro. È un modo per crescere insieme – bambini e adulti – per inventare, pensare, ridere, cantare e per imparare a volare sulle ali della fantasia. Del resto, proprio come sosteneva Victor Hugo: “Il teatro non è il paese della realtà. Ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sottoterra. Ma è il paese del vero. Ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani in sala, cuori umani sul palco”.Ospiti di Charlot, per raccontarci della loro passione per il teatro di figura, il marionettista, autore e regista teatrale Michel Poletti che con la musicista e promotrice culturale Lucia Bassetti organizza il Festival internazionale delle marionette e, insieme, nel 2020 hanno fondato il Museo delle marionette di Lugano; l’autrice, attrice e burattinaia – nonché direttrice artistica del Festival internazionale “Il castello incantato” – Santuzza Oberholzer della compagnia Teatro dei Fauni. E, infine, con il giornalista e critico cinematografico Enrico Magrelli esploreremo il tema nell’ambito della settima arte.
22/10/2023 • 1 heure, 56 minutes, 23 secondes
Lezioni di musica – Voce
22/10/2023 • 7 minutes, 18 secondes
Questione di stile
Ci sono autori di cui si riconoscono immediatamente le opere. Tematiche, estetica, piglio narrativo ricorrono da un film, da uno spettacolo, da una canzone all’altra, rendendo riconoscibile la loro voce. È una questione di stile. Capita però che quello stile che padroneggiano e che li rende dei “maestri” diventi allo stesso tempo una gabbia, una formula con cui liquidare ogni loro nuovo prodotto. È un po’ quello che si è verificato con “Asteroid City”, l’ultimo film di Wes Anderson, che proprio alcuni degli ammiratori del regista hanno accusato di essere l’ennesimo prodotto “alla Anderson”.Partendo da quella pellicola Charlot si interroga questa settimana sullo “stile” nel cinema, nel teatro e nella musica. Su quanto la ricerca continua di rinnovamento significhi anche tradire un po’ di sé stessi o di quei “maestri” che ci hanno ispirato. E su quanto riconoscere “uno stile” possa limitare in chi osserva un analisi più profonda. Con il giornalista cinematografico Mattia Carzaniga e con l’attore e regista teatrale Corrado D’Elia.
15/10/2023 • 1 heure, 55 minutes, 9 secondes
Lezioni di musica – Chitarra
15/10/2023 • 5 minutes, 52 secondes
Il cinema del futuro– Contagion
15/10/2023 • 5 minutes, 51 secondes
Lezioni di musica – Pianoforte
08/10/2023 • 6 minutes, 57 secondes
Le signore del cinema – Valeria Bruni Tedeschi
08/10/2023 • 4 minutes, 56 secondes
Scena Madre
L’ultimo numero della rivista teatrale “Hystrio” riporta nella sua copertina un dossier interamente dedicato alla regia femminile in Italia e non solo. Un viaggio di perlustrazione sulle scene di oggi e di ieri in cui a guidare attori e attrici, scenografi e scenografe, costumisti e costumiste e più in generale la totalità delle maestranze artistiche e tecniche, sono delle donne. Il risultato è quello di una presenza femminile ricca e interessante, ma anche della persistenza di un “sipario di cristallo” perché i loro spettacoli nei teatri di maggior rilievo restano sotto il 20%. Con un fitto parterre di ospiti parleremo di teatro fatto, scritto e diretto da donne, partendo da un lavoro di condivisione di idee e talenti che un gruppo di giovanissime sta portando avanti coordinate dall’attrice e drammaturga Angela Dematté. Un’esperienza raccontata in prima persona che sarà lo spunto per tornare sul dossier di “Hystrio” insieme a Laura Caretto, una delle critiche teatrali che lo ha curato.
08/10/2023 • 1 heure, 57 minutes, 52 secondes
Guglielmo Giumelli
01/10/2023 • 26 minutes, 45 secondes
Paola Tripoli
01/10/2023 • 14 minutes, 16 secondes
Le signore del cinema – Kelly Reichardt
01/10/2023 • 4 minutes, 38 secondes
Bosetti Manschaft
01/10/2023 • 13 minutes, 38 secondes
Lezioni di musica – Batteria
01/10/2023 • 9 minutes, 55 secondes
Vecchiaia e storie di vita
Se nelle società preindustriali, per millenni, l’anziano ha incarnato la figura del saggio ed era un pilastro oltre che il più rispettato della comunità, oggi, il suo ruolo ha subito una profonda trasformazione. Il mondo moderno, che ha fatto di velocità e produttività le proprie parole d’ordine, ha relegato la figura dell’anziano ai margini. E, ancora troppo spesso, capita che sia dipinto come una macchietta, come una buffa creatura dal retrogusto quasi folkloristico. Eppure, in Svizzera, così come nel resto dell’Occidente, il numero degli anziani è in costante crescita. Oltre il 20% della popolazione europea ha oggi 65 anni o più.Ma che cos’è la vecchiaia? Come viene raccontata a teatro o sul grande schermo? In occasione della Giornata internazionale delle persone anziane, una ricorrenza instituita dalle Nazioni Unite, a Charlot lo abbiamo chiesto a Paola Tripoli, direttrice artistica del FIT, il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea che include anche il progetto intergenerazionale Restez FIT! dedicato alla partecipazione culturale degli anziani; a Rubidori Manshaft e Roberta Bosetti, rispettivamente regista e interprete dello spettacolo “Alcune cose da mettere in ordine” prodotto dal FIT Festival e, infine, al sociologo Guglielmo Giumelli autore del saggio “Vecchi, vecchie e vecchiaie nella letteratura e nel cinema” (Il Nuovo Melangolo, 2018).
01/10/2023 • 1 heure, 55 minutes, 26 secondes
Lezioni di musica – Flauto
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Il patrimonio audiovisivo tra storia, memoria e futuro