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Babilonia

Italian, Music, 1 season, 91 episodes, 2 days, 3 hours, 19 minutes
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Inaudito Remixx16

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle della cantante violinista Elena Paparusso, del contrabbassista Roberto Villa e dell’attore e voce degli Almamegretta, Gennaro Della Volpe in arte Raiz.
10/22/202445 minutes, 26 seconds
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Monica Pinto e Silvio Vassallo

I nostri itinerari sonori, come sempre bizzarri e imprevedibili, girano oggi a sorpresa intorno alla tragedia Salomè di Oscar Wilde, ripresa in modo davvero originale nel concept album Il bacio - Rise and fall of Salomè firmato dai nostri ospiti, Monica Pinto e Salvio Vassallo. Un album che segna il ritorno alla collaborazione della cantante e cantautrice Monica Pinto con il musicista e produttore Salvio Vassallo, che dopo anni di lavoro comune all’interno del gruppo partenopeo Spaccanapoli, di cui Monica Pinto è stata co-fondatrice e voce solista, oggi realizzano insieme un progetto discografico in cui si fondono elementi della musica tradizionale campana con un linguaggio musicale contemporaneo, conservando così un rapporto di continuità con la band di provenienza. Tuttavia in questo lavoro tutti i brani sono originali e l’elemento tradizionale, che si arricchisce altresì di accenni alla musica antica, si combina con l’utilizzo di sonorità elettroniche singolari e timbri sonori costruiti e manipolati, anche a partire da suoni acustici. Il lavoro di produzione, realizzato da Salvio Vassallo, segue il solco dei suoi audaci progetti in cui ha rielaborato musiche di Luciano Berio, Claudio Monteverdi e brani tratti dal repertorio della tradizione campana con un sapiente quanto massiccio uso dell’elettronica. 
10/15/202446 minutes, 16 seconds
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Alessandro Gwis

Il nostro ospite di oggi è un pianista, compositore e arrangiatore romano, classe 1969, che ha approcciato lo studio del pianoforte classico all’età di 8 anni. Ben presto, però, Alessandro Gwis si avvicina al jazz e alla musica improvvisata e comincia quindi ad approfondire l’uso del sintetizzatore e delle tastiere elettroniche. Dal 1988 svolge un’intensa attività professionale: è membro del gruppo Aires Tango sin dalla sua fondazione, al fianco di Javier Girotto, e nel 2006 ha pubblicato il suo primo lavoro da solista, in trio con Luca Pirozzi e Armando Sciommeri. Collabora con i più illustri esponenti del jazz italiano e non solo, da Paolo Fresu e Antonello Salis a Cuong Vu e Paul McCandless, da Enrico Rava e Maria Pia de Vito a Gianni Coscia, Gege’ Telesforo e Ben Sidran, per non citarne che alcuni. Ha inoltre composto ed eseguito musica per il cinema, per la televisione e per la danza, e ha suonato ha collaborato con diversi cantanti di musica leggera, tra i quali Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Patty Pravo, Sergio Endrigo, Lucio Dalla e molti altri. Gli argomenti per chiacchierare con lui non mancheranno, insomma, così come le sorprese sonore che animano ogni settimana le nostre babiloniche scalette. 
10/8/202445 minutes, 36 seconds
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Inaudito Remixx 15

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di “Babilonia”. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del violinista Alessandro Bonetti, dello sperimentatore elettronico Vinx Scorza e del mitico chitarrista di Paolo Conte, Jimmy Villotti.
10/1/202444 minutes, 37 seconds
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Gianfranco De Franco

Polistrumentista, musicologo e musicoterapeuta, il nostro ospite di oggi si è diplomato in Clarinetto presso il conservatorio di Cosenza, e ha poi conseguito due lauree, in Musica al D.A.M.S. dell’Università della Calabria e in Musicoterapia presso l’Istituto di Musicologia e Musicoterapia Appollon. La passione per la musica di Gianfranco De Franco comincia a manifestarsi nella banda musicale “V. Longo” del suo paese, Laino Borgo in provincia di Cosenza, e non smette poi di crescere sfociando anni dopo in una lunga serie di significative esperienze e collaborazioni: come polistrumentista dei “Mandaraproject” capitanati da Gennaro De Rosa, con il cantautore Peppe Voltarelli nell’omaggio a Modugno dal titolo Voleva fare l’artista, con Pasquale Nigro per il suo esordio discografico Orientato a sud e con il cantautore Gaspare Tancredi, per non citarne che alcuni. Coinvolto spesso e volentieri nella sonorizzazione di film, ma anche di audiolibri e di spettacoli teatrali, De Franco esplora stili di musica sperimentale ed ambient lambendo new age, metal industrial e musica contemporanea. È quindi un artista decisamente babilonico, che come sentiremo è perfettamente a suo agio sulla nostra arca radiofonica.
9/24/202446 minutes, 3 seconds
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Eleonora Strino

Abbiamo oggi il piacere di ospitare sulla nostra arca radiofonica una chitarrista che la critica ha riconosciuto da qualche anno come uno dei giovani talenti più promettenti del panorama jazzistico internazionale, basti pensare che la rivista Jazz Guitar Today l’ha inserita nella copertina del numero di febbraio del 2020. Eleonora Strino si è formata al conservatorio di Napoli e si è poi perfezionata studiando al prestigioso conservatorio di Amsterdam sotto la guida dei chitarristi Maarten Va de Grinteen, Martijn Van Iterson e Jesse Van Ruller. Molto apprezzata da alcuni dei nomi più in vista della scena jazz italiana, tra i quali Dado Moroni ed Emanuele Cisi che non a caso l’hanno voluta nei loro gruppi, Eleonora ha pubblicato nel maggio del 2023 il suo primo album come bandleader, registrato dal vivo a Berlino con due personaggi leggendari della musica improvvisata: Greg Cohen al contrabbasso e Joey Baron alla batteria. L’album, dal titolo “I Got Strings”, è stato prodotto dalla Cam Jazz e vale la pena di essere scoperto perché rivela le potenzialità di una musicista che oggi ascolteremo anche alle prese con la nostra babilonica scaletta. 
9/17/202446 minutes, 39 seconds
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Gabriele Ciampichetti

Autore, bassista e chitarrista con diverse esperienze alle spalle in compagnia di band apprezzate sulla scena alt-rock e underground emiliana come i Crazy crazy world of Mr. Rubik e gli Eveline, Gabriele Ciampichetti è un personaggio assai noto della scena musicale bolognese anche per il suo lavoro nelle fila del Locomotiv Club, di cui è socio fondatore e promoter. Oggi ci parla prima di tutto del suo nuovo progetto, dal titolo curioso quanto fuorviante. Si chiama infatti “AI!”, anche se il riferimento non è all’intelligenza artificiale ma piuttosto ad un’espressione tipica della graphic novel che ha ispirato il nome della sua ultima avventura sonora: Gli “Ai!” nascono nella primavera del 2020 dall’incontro di Ciampichetti con il suo batterista prediletto, Stefano Orzes, e il loro approccio musicale si pone l’obiettivo di esplorare sonorità rarefatte sviluppando un’indole notturna, muovendosi all’interno di uno spettro sonoro che va dal desert rock al jazz, contaminato in alcuni brani dalla tradizione cantautorale anni ’70, anche d’oltre oceano. Un progetto nel segno dell’improvvisazione che scaturisce da evocativi loop di basso sgretolandosi fino al minimalismo, con la voce poliedrica di Luca Fattori in bella evidenza. Tra il Locomotiv Club di Bologna e il Mountain Goat Studio di Sasso Marconi, il trio registra l’album d’esordio Manuale Illusione, che uscirà a marzo del 2023. Un concept album, per usare una definizione un po’ “vintage”, che andiamo a scoprire con il nostro ospite di oggi.
9/10/202445 minutes, 33 seconds
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Massaroni Pianoforti

Il nostro ospite di oggi ha scelto un nome d’arte che sembra quello di un negozio, e in effetti è proprio così: nato a Voghera nel 1976 da una famiglia di liutai, Gianluca Massaroni, ha seguito le orme di suo nonno e di suo padre, titolare del negozio di famiglia. Nel 2006 è tra gli otto vincitori della XVII edizione di Musicultura, dove riceve il premio della critica e per miglior testo. Nell’ottobre del 2009 con la Sony Edizioni esce il suo primo album a nome Gianluca Massaroni, dal titolo L’amore altrove, prodotto da Eros Ramazzotti. Adotta il nome d’arte Massaroni Pianoforti e nel 2013 è tra i primi artisti a tentare la scommessa Crowdfunding sul portale musicraiser.com. La raccolta di fondi gli offre l’opportunità di registrare il secondo disco, dal titolo Non date il salame ai corvi. Parallelamente partecipa una seconda volta a Musicultura, ritrovandosi ancora tra gli otto vincitori della XXIV edizione. Il disco esce nel 2014 trainato dal secondo singolo Una buona occasione. Ritenta poi l’autoproduzione per il nuovo disco partecipando nuovamente al Crowdfunding su Musicraiser, e anche in questo caso raggiunge il budget richiesto, dando il via ai nuovi brani insieme ai produttori artistici Maurizio D’Aniello e Vito Gatto. L’album esce nel 2017 col nome Giu, e due anni più tardi segue Rolling Pop. Oggi ci parla dei suoi progetti più recenti, e di quelli futuri.
9/3/202444 minutes, 43 seconds
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Magnifiche promiscuità sonore

Incontrare l’ospite di oggi è un avvincente “ritorno al futuro” per chi si è innamorato delle sue canzoni negli anni 80, e una miniera di piacevoli sorprese per chi scopre solo ora la magìa del suo Sabato italiano in veste rinnovata e ancor più ammaliante. La carriera di Sergio Caputo comincia verso la fine degli anni 70 al Folk Studio, lo storico locale di Roma, e nel 1983 esce il suo primo album, “Un sabato italiano“ appunto, che rivela subito uno stile personale legato a filo doppio a radici jazzistiche e aperto alla fascinazione dei ritmi latini. Ci si identifica facilmente e volentieri nei suoi testi, segnati da un uso insolito e innovativo del linguaggio che attinge dal quotidiano e dalle nevrosi metropolitane. Non a caso, oggi vengono proposti agli studenti di varie università italiane e straniere come esempio di poesia contemporanea italiana. Seguono altri 11 album, nei quali non smette mai di sperimentare nuove chiavi espressive. Nel 1999 si trasferisce in California, e collabora con artisti eccellenti come Dizzy Gillespie, Lester Bowie, Tony Scott, Mel Collins o Enrico Rava, per non citarne che alcuni. Nel 2004 presenta un album strumentale dal titolo That kind of thing, nel quale esordisce come chitarrista, e nello stesso anno torna in Italia per un tour di grande successo. A trent’anni di distanza, ripropone oggi il suo album d’esordio con un gruppo jazz che ne migliora e ne attualizza grinta e sonorità, arricchito da due inediti e accompagnato dall’uscita negli Oscar Mondadori del libro Un sabato italiano memories. Un ospite d’eccezione, insomma, che cercheremo come sempre di sorprendere e coinvolgere nei nostri babilonici itinerari sonori.
6/11/202446 minutes, 9 seconds
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Unavantaluna (Carmelo Cacciola)

Unavantaluna-Cumpagnia di Musica Siciliana è un ensemble di quattro musicisti uniti dalle comuni origini siciliane e dalla passione per le arti e le tradizioni popolari della loro terra. Formatosi nella primavera del 2004 a Roma dall’incontro di quattro musicisti originari della Sicilia orientale, il gruppo sente da subito la necessità di unire il passato con il presente attraverso la ricerca di un possibile equilibrio fra tradizione ed innovazione musicale. Il nome riprende l’incipit di una filastrocca siciliana («Unu avant’a Luna, due il bue [...]») pronunciata durante il gioco della cavallina, diffuso in tutta la Sicilia e accompagnato da versi che mutano da zona a zona dell’isola. Nel 2006 pubblicano il primo album, Cumpagnia di musica sixiliana, seguito quattro anni dopo da Novi jorna novi misi. Nel 2013 esce il terzo lavoro discografico, Isula ranni (‘Isola grande’), composto da un doppio cd, il secondo dei quali interamente inciso con brani inediti. Nello stesso anno Unavantaluna vince il Premio Andrea Parodi, tra i più significativi riconoscimenti italiani dedicati alla World Music. L’esito attuale del sound è della band un convinto approdo ad una “caleidoscopica world music” siciliana, e noi oggi abbiamo il piacere di ospitare uno dei suoi elementi fondatori, Carmelo Cacciola. 
5/28/202444 minutes, 51 seconds
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Petra Magoni

L’ospite di oggi è una talentuosa cantante e attrice ben nota anche al nostro pubblico. Nata a Pisa, Petra Magoni nutre la passione per la musica sin da bambina, quando debutta in un coro parrocchiale di voci bianche. Negli anni perfeziona la propria tecnica in gruppi vocali di vario genere, e studia Musica antica al Conservatorio di Livorno e nel Pontificio Istituto di Musica Sacra di Milano. Inizia a lavorare nell’ambito della musica antica e operistica con la compagnia del Teatro Verdi di Pisa, ma allarga presto e di molto i suoi orizzonti espressivi. La sua carriera solistica la porta al festival di Sanremo, nel 1996 con la canzone “E ci sei“ e nel 1997 con il brano Voglio un dio. Nel 1996 incide l’album Petra Magoni, mentre l’anno successivo esce Mulini a vento. Debutta come attrice sul grande schermo nel 1999, con una piccola parte nel film Bagnomaria diretto da Giorgio Panariello, con il quale scrive e incide la canzone Che Natale sei. È il 2003 l’anno della svolta musicale, quando incontra Ferruccio Spinetti, all’epoca contrabbassista della band Avion Travel. Tra i due nasce un grande feeling musicale e decidono, quasi per gioco, di incidere l’album Musica nuda, registrato in un garage e uscito nel 2004 per l’etichetta Storie di Note. Da quel momento non si contano i successi del duo, così come i molti altri progetti ai quali Petra partecipa con crescente entusiasmo. Non riusciremo certo a citarli tutti, ma come al solito ci proveremo.
5/21/202445 minutes
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Inaudito remixx 14

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle della cantante e trombettista Chiara Orlando, dell’oboista Paolo Faldi e della cantante e chitarrista Cristina Renzetti.
5/14/202445 minutes, 22 seconds
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Enzo Favata

L’ospite di oggi rappresenta bene la Sardegna, terra meravigliosa e ricca di tradizioni musicali che ha avuto la fortuna (?) di ospitare l’arca radiofonica di Babilonia, ma anche il resto del mondo e in particolare modi, sonorità e ritmi capaci di attirare l’attenzione di un artista per sua natura curioso e onnivoro. Sassofonista, ma anche specialista di vari strumenti a fiato tradizionali, Enzo Favata comincia a costruire la sua fortunata parabola artistica negli anni 80, e approda presto al suo primo importante progetto. Con Jana Project, Favata si impone subito all’attenzione di pubblico e critica come autentico pioniere dell’incontro creativo tra la cultura musicale sarda, l’improvvisazione di matrice jazzistica e un gran numero di stimoli, sonorità ed influenze provenienti da paesi e continenti diversi. All’esperienza concertistica affianca quindi una sempre più intensa attività come compositore di colonne sonore di vario tipo per la radio, la televisione la danza e il teatro. Nel 1993 esordisce anche in ambito cinematografico firmando la musica di un film tedesco ambientato in Sardegna, Con amore ...Fabia, della regista italiana Maria Teresa Camoglio. Tra le sue collaborazioni più illustri spicca tra gli altri il nome di Dino Saluzzi, ma l’universo sonoro di Favata è davvero vasto e variegato e oggi ci concentriamo sui suoi progetti più recenti, tra i quali il quartetto The Crossing che abbiamo ammirato l’anno scorso al Cinema Teatro di Chiasso nell’ambito della stagione Tra Jazz e Nuove Musiche.
5/7/202445 minutes, 53 seconds
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Mesudì

«In un gioco di equilibri, con l’incanto degli enigmi» è la frase che meglio descrive l’anima artistica di Mesudì, un ensemble che si muove tra la musica di tradizione orale e il folk urbano, tra la voce e il tamburo, tra il romanesco e il dialetto calabrese. Si tratta di un quartetto fondato nel 2019 dal nostro ospite di oggi, l’eclettico percussionista romano Simone Pulvano, con le voci e le percussioni di Claudia Ugenti, Elisa Surace e Francesca Flotta. L’universo musicale del gruppo si basa sull’equilibrio, sottile e raffinato, di voci e percussioni pensati come unici strumenti creativi e vissuti nelle loro mutevoli possibilità estetiche. Le trame armoniche e ritmiche che vengono elaborate dialogano con il Mediterraneo, con le sue sponde e i suoi mari, ma risentono anche del mondo urbano e metropolitano in cui il gruppo affonda parte delle proprie radici. Nasce così un linguaggio complesso e variegato in cui i suoni del mondo arabo incontrano canti e proverbi della tradizione popolare calabrese, il romanesco si mescola alla polifonia classica, il rap ripercorre la tradizione di racconto e di protesta degli antichi cantastorie. In questa dimensione multiforme nasce lo stesso nome del gruppo, Mesudì, il vento di mezzogiorno, il vento del Sud, che sfiora, sposta e trasporta, raccoglie e racconta. E il racconto è al centro del lavoro del gruppo che nei suoi brani propone storie di vita, vissuta o immaginata, in cui i rapporti e le relazioni tra gli individui si definiscono come nodi, legami che stringono, intrappolano o fanno innamorare.
4/30/202446 minutes, 33 seconds
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Elena Paparusso

La nostra ospite di oggi è una cantante e compositrice che ha collaborato con alcuni dei più importanti musicisti della scena jazz italiana, da Maria Pia De Vito a Danilo Rea, da Domenico Sanna e Marco Tamburini a Paolo Damiani. Nel 2015 Elena Paparusso ha terminato ll Biennio di specializzazione in Jazz con il massimo dei voti e lode, presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, e nello stesso anno ha ricevuto il premio come Miglior Compositrice per il Women in Jazz Competition. Il suo percorso artistico è stato ispirato da grandi personalità come: Abbey Lincoln, Carmen McRae, Billy Strayhorn, Thelonious Monk e Wayne Shorter. Oggi ci parla in particolare, tra le altre cose, del suo primo album da solista. Inner Nature è un percorso scritto tra pagine autografe e dediche speciali ad alcune delle sue più grandi fonti d’ispirazione letterarie e musicali, da Bjork a Wayne Shorter, da Kurt Weill a Maya Angelou, realizzato con una band agguerrita e affiatatissima che si completa con le tastiere di Domenico Sanna, la chitarra di Francesco Poeti, il contrabbasso di Luca Fattorini e la batteria di Fabio Sasso.
4/23/202445 minutes, 24 seconds
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Raiz

Il nostro ospite di oggi è un cantautore e attore napoletano noto e apprezzato da un pubblico assai variegato. Raiz, nome d’arte di Gennaro Della Volpe, nel 1991 diventa la voce del gruppo Almamegretta, fondato nel 1988 dal batterista Gennaro Tesone, il chitarrista Giovanni Mantice e la bassista Gemma Aiello, a cui nello stesso anno si unisce anche il tastierista Paolo Polcari. Il cantante inizia subito un lavoro di traduzione dei testi in italiano e di un nuovo arrangiamento dei pezzi già realizzati in chiave reggae e funky. Nel 1993 il gruppo pubblica il primo album, Anima migrante, seguito due anni dopo da Sanacore. Negli anni successivi escono gli album Indubb (1996), Lingo (1998) e 4/4 (1999). Il 2000 vede il debutto di Raiz sul grande schermo, con la sua partecipazione al film Cuore scatenato. A partire dal 2001, inoltre, il cantante si occupa di progetti paralleli agli Almamegretta fino a lasciare temporaneamente il progetto per lavorare alla sua carriera da solista. Nel 2004 esce dunque il suo primo album da solista, Wop, e tre anni più tardi l’album Uno. Da solista, Raiz collabora negli anni con diversi artisti sia italiani che stranieri, tra i quali Pino Daniele, Gianni Maroccolo, Massive Attack, Stewart Copeland, David Fiuczynski, Nino D’Angelo, Daniele Silvestri e molti altri. Nel 2014 esce l’album Dago Red, realizzato in collaborazione con Fausto Masolella, chitarrista degli Avion Travel, che vince la Targa Tenco nella categoria “interpreti”. Nel 2016 esce l’ultimo album con gli Almamegretta, Ennenne, e l’anno successivo è nel cast del film Ammore e malavita dei fratelli Manetti. Da quel momento si concentra più sulla sua carriera da attore: ancora nel 2017 recita un ruolo minore nella sesta stagione della serie L’ispettore Coliandro, nel 2019 recita nel film L’agenzia dei bugiardi e nel 2020 in 7 ore per farti innamorare. Nel 2020 inizia anche la serie che lo porta a una discreta notorietà: Raiz, infatti, viene scritturato per il ruolo del boss mafioso Don Salvatore Ricci nella serie Mare fuori, di cui produce anche le musiche. Tra le molte altre cose, oggi ci parla di un album pubblicato di recente insieme ai Radicanto e dedicato alla musica di Sergio Bruni, una delle voci più significative della canzone napoletana.
4/16/202446 minutes, 22 seconds
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Inaudito remixx 13

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del pianista e cantante Raphael Gualazzi e della violoncellista Giovanna Famulari.
4/9/202446 minutes, 1 second
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Giampaolo Ascolese

Oggi abbiamo la fortuna di ospitare un nome illustre del batterismo italico, Giampaolo Ascolese, che ci ha portato un recente e ricchissimo album antologico nel quale sono riunite alcune delle sue innumerevoli incisioni. A partire dagli anni 70 ha collaborato praticamente con tutti i più importanti musicisti di jazz italiani.Da Mario Schiano a Claudio Fasoli, da Massimo Urbani a Enrico Pieranunzi, Renato Sellani o Nicola Arigliano, per non citarne che alcuni. Nel 1980 si reca negli Stati Uniti per un corso di specializzazione alla Berklee School of Music di Boston, esibendosi in una serie di concerti con musicisti locali ed ottenendo il massimo dei voti. Tornato in Italia, entra a fare parte dello Space jazz Trio di Enrico Pieranunzi e contemporaneamente del quintetto di Nunzio Rotondo. Si diploma in Strumenti a Percussione al Conservatorio di musica A.Casella dell’Aquila, sotto la guida del M° Gianluca Ruggeri, iniziando una attività di percussionista classico-contemporaneo che tuttora conduce, registrando, come timpanista e batterista tre film di Roberto Benigni: Il Piccolo Diavolo, Johnny Stecchino e Il Mostro, con le musiche di Evan Lurie e svolgendo un’attività parallela di solista di marimba in concerti di musica contemporanea. Ha inoltre inciso con Steve Grossman, Lou Bennett, Sal Nistico, Lee Konitz e Gary Smoulyan, e in particolare con Nicola Arigliano ha avuto una intensissima collaborazione di circa 20 anni, avendo registrato 6 album, partecipato a numerosissimi concerti e trasmissioni televisive, tra cui Sanremo 2003 in qualità di superospite, e vincendo il Premio Tenco ‘95 con il cd I sing ancora. Come si capisce, quindi, è davvero arduo sintetizzare la sua carriera in poche righe, o in una sola trasmissione, ma noi come sempre ci proveremo a modo nostro, tra una sorpresa e l’altra della nostra babilonica scaletta. 
4/2/202447 minutes, 1 second
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Naomi Berrill

Oggi abbiamo il piacere di ospitare sulla nostra arca radiofonica una violoncellista, chitarrista e cantautrice irlandese che da molti anni, ormai, vive a Firenze ed è quindi attiva in Italia. Dopo aver portato a compimento gli studi classici in Scozia, Svizzera e Italia, Naomi Berrill comincia a sperimentare l’uso dello strumento come accompagnamento alla voce, componendo e arrangiando nuovi brani in cui prende spazio anche l’improvvisazione. Brillante polistrumentista, sfrutta la sua innata versatilità per collaborare con musicisti classici come Michael Nyman, Giovanni Sollima e Mario Brunello, o jazzisti come Simone Graziano e Alessandro Lanzoni, ma non disdegna altri ambiti come la musica barocca o il folk. Inoltre collabora stabilmente con la Compagnia del coreografo Virgilio Sieni. Attiva anche come organizzatrice, Naomi dirige High Notes, festival musicale sulle Alpi Apuane, e la rassegna Jazz di una notte di mezza estate durante l’Estate Fiorentina. Ha pubblicato tre album , From the Ground (Lampi, 2015) To the Sky (Egea,2017) e Suite Dreams (Warner Music, 2020). Oggi ci parla in particolare del suo lavoro più recente, Inish, una sorta di concept album che riflette la vita a Inishark e Inishbofin, due isole al largo della costa occidentale dell’Irlanda. La musica racconta la bellezza di queste isole, la forza e il coraggio degli abitanti, ma anche la dura esistenza delle comunità di pescatori delle isole. 
3/26/202445 minutes, 49 seconds
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Gianluca Maria Sorace

Il nostro ospite di oggi è Stella Burns, all’anagrafe Gianluca Maria Sorace, un artista poliedrico con una carriera solista che parte dal 2011. Polistrumentista, autore, cantante e videomaker autodidatta, ha pubblicato nel 2023 I’m Deranged - Stella Burns plays David Bowie, un EP uscito per le label Brutture Moderne e Love & Thunder che anticipa il suo album di inediti. Il folk noir viscerale e la visione artistica di Sorace si mettono al servizio di sei canzoni meno note di David Bowie, ascolto costante dell’artista durante tutta la vita. Già cantante degli Hollowblue, Gianluca Maria Sorace pubblica per la Twelwe Records il suo primo lavoro da solista, firmandosi con lo pseudonimo di Stella Burns. Lo scenario musicale è acustico, intimo, raramente prodigo di guizzi elettrici e di folate dinamicamente importanti. I nomi annoverati fra i punti di riferimento del cantautore livornese sono pesanti, dal prestigio quasi insostenibile come Nick Cave, Bowie o i Velvet Underground, nomi che non a caso saranno citati nella nostra chiacchierata, tra una sorpresa e l’altra della nostra babilonica scaletta. 
3/19/202446 minutes, 34 seconds
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Alfonso Santimone

Nato a Ferrara, il nostro ospite di oggi durante gli anni 90 è stato membro stabile del quintetto di Giulio Capiozzo ed ha suonato e collaborato in Italia e in Europa con, tra gli altri, Harold Land, Robert Wyatt, Gorge Cables, Jimmy Owens, Tony Scott, Bruce Forman, John Clark, Ares Tavolazzi e Claudio Fasoli. Come compositore e arrangiatore Alfonso Santimone scrive musica per opere teatrali, video e multimediali. Viene spesso definito un artista proteiforme, meticoloso e avventuroso, il suo tocco al pianoforte suggerisce un gusto oscuro e visionario e, come improvvisatore, esplora territori diversi mantenendo una personalità forte e riconoscibile in ogni nuova avventura musicale. È leader di diversi gruppi (Laser Pigs, Thrill, ecc.) ed è un membro fisso di un buon numero di gruppi (Zeno de Rossi Shtik, East Rodeo, Roberto Gatto PerfecTrio, Gianluca Petrella Cosmic Band…). Di recente ha partecipato all’omaggio discografico che Roberto Gatto ha dedicato a Tony Williams, ma oggi ci parla in particolare dei progetti che firma come leader e naturalmente di quelli che verranno.
3/12/202446 minutes, 14 seconds
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Inaudito remixx 12

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle dei chitarristi Marco Perona e Mauro Campobasso.
3/5/202444 minutes, 55 seconds
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Cristina Renzetti

Sarà inevitabile dirigerci idealmente verso il Sudamerica con la nostra ospite di oggi, e lo faremo con grande piacere perché la passione e la simpatìa di Cristina Renzetti sono davvero irresistibili. Originaria di Terni, inizia giovanissima a cantare ed esibirsi sulla scena jazzistica bolognese, dedicandosi in particolare allo studio della musica brasiliana e lusofona. Nel 2003 avvia un fertile sodalizio con il chitarrista e compositore Rocco Casino Papia, e nasce così il progetto Jacaré. La band ha all’attivo due album, Il primo passo e La fuga di Majorana. Nel 2008 Jacaré vince il bando Moovin’ Up (Giovani Artisti Italiani) che porterà la band in tournée in Brasile. Dal 2006 al 2011 ha vissuto tra l’Italia e Rio de Janeiro, e in Brasile ha collaborato con alcuni tra i migliori strumentisti e compositori della scena carioca tra i quali Tira Poeira, Joana Queiroz, Sergio Krakowski, Vitor Gonçalves, Thiago Amud, Edu Kneip, Armando Lôbo, Gutu Wirtti, Edu Neves. Nel 2011 partecipa, come prima ospite straniera di sempre, allo storico programma di musica della TV Globo Som Brasil in omaggio a Jackson do Pandeiro, insieme a Lenine, Oto e Cascabulho. Nello stesso anno esce in Brasile il suo primo disco da solista, Origem é girO (Delira Musica 2011), al quale segue nel 2017 Dieci lune. Le formazioni live con cui si esibisce attualmente sono il Trio Correnteza, con il clarinetto di Gabriele Mirabassi e la chitarra di Roberto Taufic sulle musiche di Tom Jobim, e As Madalenas con la brasiliana Tati Valle, entrambe alla voce, chitarra e percussioni. Oggi torna a trovarci proprio per presentare il loro ultimo e recente album, ma ci sarebbero molte altre cose da dire, a cominciare da un brillante progetto dedicato alle canzoni di Gianmaria Testa.
2/27/202445 minutes, 30 seconds
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Paolo Faldi

Non ci capita spesso di ospitare un oboista, e quindi oggi accogliamo con sano entusiasmo Paolo Faldi. Fiorentino, classe 1961, si è diplomato in oboe con Elia Ovcinnicoff, in oboe barocco con Paolo Grazzi e in Flauto dolce con Sergio Balestracci presso il Conservatorio di Genova, la Scuola Civica di Milano e il Conservatorio di Padova. Si è perfezionato in oboe barocco con Ku Ebbinge al Conservatorio Reale dell’Aia (Olanda) e nel 1988 ha vinto il posto di Primo Oboe e Flauto Dolce nell’Orchestra Barocca della Comunità Europea (ECBO) diretta da Ton Koopmann e Roy Goodman. Ha suonato con i maggiori gruppi ed orchestre barocche europee tra cui Les Arts Florissants, Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina, I Sonatori della Gioiosa Marca, Europa Galante, Complesso Barocco, Concerto Italiano, Concerto Koln e I Barocchisti di Diego Fasolis. Dal 1989 suona con Hesperion XXI, La Capella Reial e Le Concert des Nations diretti da Jordi Savall, con i quali ha inciso per la casa discografica Astree ed effettuato concerti nei principali festival europei. È membro fondatore dei gruppi L’Astree di Torino, Tripla Concordia di Genova, Cantilena Antiqua di Bologna, Fortepiano Ensemble e l’Orchestra Barocca di Bologna, della quale è anche direttore artistico. Una carriera decisamente importante, insomma, che come spesso ci accade proveremo ad attraversare senza riuscirci compiutamente, ma incontrando un buon numero di esempi sonori illuminanti. 
2/20/202446 minutes, 11 seconds
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Marco Perona

Il nostro ospite di oggi è un chitarrista torinese autodidatta, innamorato da sempre della musica spagnola ma anche aperto a suggestioni diverse e quindi dotato di quello “spirito babilonico” che è fondamentale per poter accedere alla nostra arca radiofonica. Marco Perona inizia a suonare la chitarra da giovanissimo e si avvicina al flamenco nel 1995, inizialmente attraverso lo studio del baile, e dal 1999 abbandona la danza per dedicarsi esclusivamente alla musica. Direttore musicale della Compagnia ArteyFlamenco di Torino, dal 2004 è chitarrista e co-autore delle musiche per la Compagnia Flamenquevive. Compone musiche per il teatro e per la danza contemporanea e nel 2010 avvia una serie di concerti con il Quartetto Alboreo e con la stessa formazione registra il cd “Bajocuerda”. Nel 2012 pubblica con il Collettivo Decanter “Aria Con Da Capo” e incontra il chitarrista Francesco De Vita creando le basi per la nascita di “Misticanza”. È proprio questo il progetto di cui ci parla oggi, tra le altre cose e naturalmente tra una sorpresa e l’altra della nostra babilonica scaletta.
2/13/202445 minutes, 43 seconds
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Inaudito remixx 11

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del vocalist camuno Boris Savoldelli, del violinista e compositore Marco Valabrega e della clavicembalista e musicologa Maria Luisa Baldassari.
2/6/202445 minutes, 40 seconds
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Roberto Villa

Il nostro ospite di oggi è un bassista romagnolo, classe 1982, che alterna attività diverse come fondatore del prolifico studio dal nome originalissimo, “L’amor mio non muore” di Forlì, e quindi come produttore e ingegnere del suono. Roberto Villa si avvicina alla musica da piccolissimo, studiando pianoforte e clarinetto, e arriva al basso elettrico nel 1998; appassionatosi poi al contrabbasso, oltre ad intraprendere un percorso di studi classici studia con Massimo Moriconi, e successivamente si laurea, sotto la guida del Maestro Paolo Ghetti, in composizione e improvvisazione jazz presso il conservatorio G.B. Martini di Bologna. Fonda assieme a Stefano Cantarelli il duo “nowave blues” -J.D. Hangover- e nel 2016 a nome -Villa- inizia a lavorare a brani strumentali originali, pubblicando tre 45 giri. Attualmente suona sia nella Gang che nella nuova formazione a quattro dei Ronin di Bruno Dorella e, di recente, è approdato ad una prova discografica sulla lunga distanza: un vero e proprio album, quindi, dal titolo Villa, che ci ha portato per parlarcene. Si tratta di un lavoro strumentale a cui hanno partecipato numerosi musicisti; alla base c’è un’idea compositiva e sonora molto delineata, caratterizzata da ritmiche asciutte arricchite dalla presenza di un quartetto d’archi e di molti strumenti a tastiera.
1/30/202446 minutes, 4 seconds
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Alessandro Bonetti

Il nostro ospite di oggi è decisamente babilonico, e appena un anno dopo aver conseguito il diploma in violino al Conservatorio G. B. Martini di Bologna, nel 1990, suona già come primo violino concertante nell’opera Pollicino di H. W. Henze programmata dal Teatro Comunale di Bologna. Dal 1992 Alessandro Bonetti suona con il quartetto Spazio 900- Nuove Sincronie, col quale perfeziona la sua affinità con la musica contemporanea e il ‘900 storico. Con l’ensemble Musica nel Buio suona invece nelle più importanti rassegne cinematografiche e, nel 2000, incide una colonna sonora originale del compositore bolognese Marco Dalpane per il film Die berkatze di Ernst Lubitch per la Rete Televisiva Tedesca ZDF che ottiene critiche entusiastiche. Nel 2000 suona con l’ensemble “Playground” musiche originali del violinista e compositore Eyvind Kang in occasione di due concerti al teatro Manzoni di Bologna che sono riuniti nel cd Virginal coordinates. Attratto dalle esperienze più diverse, approccia con entusiasmo il violino elettrico e oltre alla militanza nella band di rock progressivo Deus ex machina vanta un’assidua collaborazione con la Premiata Forneria Marconi.
1/23/202447 minutes, 28 seconds
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Mauro Campobasso

Non è la prima volta che ci capita di ospitare un musicista che ha fatto del cinema la sua principale fonte d’ispirazione, ed è sempre un piacere poter introdurre elementi evocativi e immaginifici nei nostri itinerari sonori. È il caso anche di Mauro Campobasso, chitarrista e compositore nato e cresciuto in Puglia ma bolognese d’adozione. Laureato in Musicologia al DAMS di Bologna con una tesi sulla musica nel cinema di Stanley Kubrick, nel 2011 ha pubblicato un doppio cd interamente dedicato all’universo sonoro del grande regista americano. Un lavoro dal titolo significativo, Ears wide shut, per un vero e proprio viaggio nell’immaginario cinematografico di Kubrick attraverso riletture di brani tratti dalle colonne sonore dei suoi film sapientemente alternati a composizioni originali. Echi più o meno trasfigurati della musica di Richard e Johann Strauss, György Ligeti, Kristof Penderecki, Henry Purcell abbracciano sonorità cangianti che spesso e volentieri affondano radici possenti nell’amore di Campobasso per il rock, e il risultato mette in bella mostra caratteri decisamente babilonici che si inseriscono a meraviglia nelle nostre scalette. Numerose e brusche virate stilistiche ci attendono, come sempre, per un’ora di chiacchiere e molta buona musica che difficilmente riuscirà ad annoiarvi.
1/16/202447 minutes, 44 seconds
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Inaudito Remixx 10

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del cantautore Flavio Giurato, della vocalist e performer Barbara De Dominicis e del sassofonista Roberto Bottalico.
1/9/202445 minutes, 36 seconds
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Jimmy Villotti 

Se non temete le intemperie sonore di un itinerario che dalla musica medievale ci sballotta fino al british punk dei Clash, allora siete nel luogo radiofonico che fa per voi. Per nulla intimorito, anzi stimolato dalle nostre promiscuità sonore è senza dubbio il nostro ospite, che nella sua lunga carriera ha suonato e sentito letteralmente di tutto. Jimmy Villotti è uno dei più richiesti e significativi turnisti in circolazione, e non a caso il suo nome è legato all’affettuoso omaggio di uno degli artisti che hanno goduto del suo eclettico magistero chitarristico. La canzone Jimmy ballando di Paolo Conte riflette in realtà solo una delle sue molte collaborazioni, che lo hanno visto al fianco di personaggi come Sergio Endrigo, Ornella Vanoni, Lucio Dalla e Gianni Morandi. Non meno importante, d’altro canto, la sua vena autoriale: nel 1978 compone l’opera rock Giulio Cesare, poi negli anni firma un buon numero di albu a suo nome e il suo estro creativo lo porta verso la scrittura, dedicata al racconto romanzato di sé e della sua Bologna. Senza dimenticare, naturalmente, il profondo amore per il jazz che Villotti non ha mai smesso di coltivare, come avrà modo di sottolineare anche a Babilonia con alcuni ascolti tratti dalla sua variegata discografia. È ormai celebre la definizione di Francesco Guccini, che di Villotti ha detto «Lo definisco un genio, perché credo che sia l’unica persona al mondo che riesce ad accavallare le gambe mettendo giù tutti e due i piedi», ma in realtà sono molti altri i segreti della sua arte tutti da scoprire, e oggi cercheremo di svelarne alcuni.Riproponiamo questa puntata, andata in onda il 16 marzo del 2014, come omaggio al nostro prezioso ospite, che si è spento a Bologna il 6 dicembre dello scorso anno all’età di 78 anni.
12/26/202346 minutes, 52 seconds
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Giovanni Lo Cascio

®Il nostro ospite di oggi è un batterista romano, classe 1963, che si è formato tra gli altri con Roberto Gatto e si è poi perfezionato, dal 1983 al 1985, frequentando i corsi del prestigioso Berklee College of Music di Boston, dove ha approfondito lo studio della batteria, dell’armonia e dell’arrangiamento. Giovanni Lo Cascio ha studiato anche Etnomusicologia, all’Università La Sapienza di Roma, e ha poi lavorato per il cinema, il teatro, la danza, la televisione e la radio realizzando colonne sonore per films, documentari e per la pubblicità. Ha svolto un’intensa attività didattica insegnando alla Jazz University di Terni e, dal 1991 al 1998, al Timba Centro di Percussioni in Roma. Ha scritto testi didattici per varie scuole ed articoli per riviste musicali e dal 2005 è responsabile del laboratorio musicale “Juakali Drummers” a Nairobi, in Kenya. “Juakali Drummers” è un progetto Dulcimer Fondation pour la Musique ed AMREF per il recupero dei ragazzi di strada attraverso la musica, che ha portato il nostro ospite a spostarsi spesso tra diversi continenti.Prima emissione: 30 maggio 2023
12/19/202345 minutes, 31 seconds
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Maria Luisa Baldassari

Diplomata in pianoforte e clavicembalo, ma anche laureata in Paleografia e Filologia musicale, la nostra ospite di oggi è dotata di una duplice formazione che le consente di operare nell’ambito della ricerca nel campo musicologico e in quello della prassi musicale, e ha scelto inoltre di dedicarsi all’organizzazione di eventi musicali didattici e culturali. Come musicologa, Maria Luisa Baldassari si è occupata prevalentemente di musica sacra del XVIII secolo, che ha studiato sia dal punto di vista archivistico-paleografico che storico, curando edizioni di musiche partecipando a convegni in Italia e all’estero e scrivendo articoli e recensioni per volumi e riviste specializzate e pubblicazioni di storiografia musicale. Ha inoltre curato o collaborato a curare la trascrizione di molte delle composizioni registrate con l’ensemble Les Nations. Come esecutrice, invece, ha diretto l’ensemble Les Nations con il quale ha effettuato concerti in Italia e all’estero e registrato 9 CD di musiche sacre vocali e strumentali; come solista ha registrato un cd dedicato alla musica rinascimentale per cembalo e organo e ha suonato con diverse formazioni orchestrali e cameristiche. Molto attiva anche sul fronte didattico, ci parlerà dei suoi progetti attuali e futuri tra una parentesi e l’altra della nostra babilonica scaletta.
12/12/202346 minutes, 50 seconds
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Roberto Bottalico

Sassofonista romano, classe 1982, Roberto Bottalico si dedica allo studio del sassofono sotto la guida del maestro Sandro Deidda che lo inizia allo studio della musica jazz. Successivamente, nel 2001 intraprende lo studio della musica classica e nel 2009 si diploma al Conservatorio di Perugia con Mario Raja. Ha seguito vari seminari di musica jazz tenuti da grandi musicisti come Bob Mintzer, George Garzone, Joe Lovano o Pietro Tonolo. Nel 2010 fonda lo Stavrogin Ensemble, un sestetto di sassofoni con un repertorio basato sulla scuola nazionale russa di fine 800 e inizio 900, con trascrizioni di pagine firmate da Borodin, Balakirev, Mussorgsky e Ciaikovski. Suona con diverse compagini orchestrali, dalla Roma Big Band fino all’Orchestra operaia di Massimo Nunzi, e vanta un buon numero di collaborazioni con piccole formazioni d’ogni tipo. Roberto è venuto a trovarci sulla nostra arca radiofonica per parlarci, in particolare, del recente lavoro a nome suo, un accorato omaggio al genio di Wayne Shorter: Il favoloso mondo di Wayne lo strambo.
12/5/202345 minutes, 5 seconds
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Boris Savoldelli

Di norma questo è un programma a tre voci, con due conduttori e un ospite. Oggi, però, potremmo anche parlare di un coro, o meglio di un’orchestra di voci, perché il nostro ospite è un vocal performer dotato di una folgorante personalità e armato di una loopstation personalizzata che gli permette di moltiplicare senza apparenti limiti la sua multiforme vocalità. Dagli studi classici agli esordi come cantante rock, e fino all’impronta jazzistica affinata dai consigli del suo mentore, Mark Murphy, l’incessante ricerca di nuove forme espressive ha sempre caratterizzato il percorso artistico di Boris Savoldelli. Dopo aver abbandonato la musica per più di 10 anni, il musicista bresciano decide di riavvicinarsi al mondo delle note e fissa alcune tappe importanti pubblicando nel 2008 “Insanology“, con il prezioso contributo di Marc Ribot, un disco che rappresenta la sua anima più “leggera” e melodica. Un anno dopo pubblica “Protoplasmic”, un lavoro in duo con l’altro chitarrista Elliott Sharp dalle tinte fortemente avanguardistiche che svela invece la parte più sperimentale e selvaggia della sua poetica sonora. Nel 2011 è poi la volta di “Biocosmopolitan“, con due ospiti illustri come Paolo Fresu e Jimmy Haslip. Negli ultimi 12 anni non si contano ormai più i suoi progetti e le sue variegate collaborazioni: per citarne solo tre, nel 2016 esce il cd in trio con Raffaele Casarano al sax e Marco Bardoscia al contrabbasso dal titolo The great jazz gig in the sky, una rilettura jazz del capolavoro senza tempo dei Pink Floyd, The Dark Side Of The Moon, nel 2019 “Core ‘Ngrato”, con cui si diverte a reinterpretare a modo suo alcuni grandi classici della canzone napoletana, e nel 2021, con il trio “Mutanti Musicali” completato Stefano Zeni al violino ed elettronica e Marco Remondini al violoncello ed elettronica, viene dato il via ad un nuovo progetto denominato: “I Mutanti Musicali suonano Gianluigi Trovesi”, con la partecipazione del decano del jazz europeo Gianluigi Trovesi che, con i tre musicisti, si diverte a rileggere alcune delle piu’ affascianti pagine della sua decennale carriera. Più volte ospite di Rete Due, in particolare per due serie di “Cronache a 68 giri”, Boris torna a trovarci per un vivace aggiornamento sulla sua attività artistica. 
11/28/202346 minutes, 47 seconds
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Inaudito Remixx 09

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del batterista Giovanni Lo Cascio e del cantautore Claudio Orfei.
11/21/202344 minutes, 23 seconds
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Marco Valabrega

Violinista e compositore, il nostro ospite di oggi nasce a Roma da una famiglia di musicisti. Dopo aver iniziato lo studio del pianoforte presso il conservatorio di Santa Cecilia, Marco Valabrega si diploma in violino e successivamente in viola. Per alcuni anni svolge costante attività orchestrale (Teatro dell’Opera e Rai) e si esibisce con diverse formazioni cameristiche in giro per l’Italia. Inizia quindi ad emergere in lui un forte interesse per la musica popolare che lo indirizza in particolare verso una ricerca sulla prassi esecutiva mediorientale e barocca, e sulla musica ebraica. Nel 1995 nasce il quintetto Mish Mash, formazione con la quale Marco Valabrega svolge ininterrottamente fino ad oggi un’intensa attività concertistica e di ricerca. Nel 2005 fonda il trio Dreidel destinato al recupero filologico della musica klezmer nella sua accezione più pura ed autentica. Ha composto numerosi brani che vengono eseguiti in concerto e utilizzati per situazioni teatrali e cinematografiche. Nel 2008, ad esempio, compone la colonna sonora per il documentario Due poeti, due voci di Nelo Risi, in concorso al Festival di Locarno.
11/14/202346 minutes
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Inaudito Remixx 08

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle della cantautrice Roberta Giallo e della chitarrista e cantante Costanza Savarese.
11/7/202345 minutes, 27 seconds
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Sandro Satta

Classe 1955, di Rovereto, il nostro ospite di oggi è uno dei sassofonisti più quotati e apprezzati della scena jazz italiana ma, in realtà, comincia la sua formazione musicale studiando chitarra classica e tromba. Partiremo proprio dalla sua infanzia e adolescenza per tracciare poi la sua parabola artistica in modo randomico, come ci piace fare qui a Babilonia. Citeremo quindi alcuni dei molti grandi musicisti coi quali Sandro Satta ha collaborato, da Antonello Salis a Lester Bowie, da Paolo Fresu a Gary Bartz, e i suoi lavori con alcune compagnie teatrali tra cui il Club Teatro di Remondi e Caporossi, la compagnia della coreografa Roberta Garrison, il regista Roberto Olla ed altri. Tra le sue esperienze più significative vanno senz’altro elencate quelle in duo con Antonello Salis, con il Quartetto Meta, con la Tankio Band, con il Sud Ensemble di Pino Minafra, con il quintetto di Giancarlo Schiaffini e con il quartetto Mediana, del quale ci parlerà in modo particolare. 
10/31/202347 minutes, 3 seconds
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Inaudito Remixx 07

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del contrabbassista Giovanni Tommaso e della cantante Marta Raviglia.
10/24/202345 minutes, 27 seconds
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Flavio Giurato

Il nostro ospite di oggi è un cantautore romano che, come paroliere, deve aver preso qualcosa dal genio del suo nonno materno, il grande regista e librettista Giovacchino Forzano. Flavio Giurato, fratello del giornalista e conduttore televisivo Luca, inizia la sua carriera come autore e nel 1978 pubblica per la Ricordi il suo primo LP, “Per futili motivi”, un concept album sulla storia di un ragazzo nel periodo del fascismo e dello scoppio della seconda guerra mondiale. Con il suo successivo lavoro, “Il tuffatore”, che non a caso è stato inserito da Rolling Stone Italia nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre, si impone all’attenzione di critica e pubblico. Da allora una serie di album e molti concerti in tutta Italia, fino a “Le promesse del mondo”, album del 2017 del quale ci parlerà oggi in particolare, ma ovviamente sono molti gli argomenti che toccheremo tra un ascolto e l’altro del nostro sbalestrante itinerario sonoro.
10/17/202346 minutes, 44 seconds
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Inaudito Remixx 06

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del chitarrista Adriano Walter Rullo, del violinista Anton Berovski, del cantautore Franco Naddei e della cantante Sabrina Rocchi.
10/10/202345 minutes, 29 seconds
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Barbara De Dominicis

Le sorprese sonore di Babilonia non si limitano ad un itinerario che definire imprevedibile è perfino riduttivo, ma si arricchiscono ogni settimana sovrapponendosi ai percorsi artistici dei nostri ospiti. Oggi è la volta di Barbara De Dominicis, un'artista poliedrica capace di passare con estrema naturalezza attraverso generi ed ambienti completamente diversi seguendo il suo istinto e il suo personalissimo gusto, dai territori di ricerca sui paesaggi sonori fino ad una sorta di pop sofisticato e felicemente inconsueto. Ideatrice e curatrice di eventi e progetti multimediali, collaboratrice di artisti sonori e visivi come Mark Walters, Marco Messina, Elio Martusciello e Roland Quelven, cantante dai trascorsi anche mainstream, Barbara è un'ospite ideale che si trova perfettamente a suo agio nel guazzabuglio stilistico di Babilonia. Anche per questo abbiamo deciso di tornare ad ospitarla, a distanza di anni, per parlare del suo recente quanto affascinante album, “Body maps”, ispirato al lavoro del filosofo francese Jean-Luc Nancy “Corpus”.
10/3/202344 minutes, 56 seconds
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Inaudito Remixx 05

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del chitarrista Francesco Diodati e del cantautore e compositore napoletano Claudio Domestico, in arte Gnut.
9/26/202345 minutes, 56 seconds
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Raphael Gualazzi

9/19/20230
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Inaudito Remixx 04

9/12/202346 minutes, 8 seconds
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Inaudito Remixx 04

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle della cantante e trombettista Chiara Orlando e del batterista Giovanni Lo Cascio.
9/12/202345 minutes, 50 seconds
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Claudio Orfei

9/5/202345 minutes, 50 seconds
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Claudio Orfei

9/5/20230
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Chiara Orlando

6/13/202347 minutes, 57 seconds
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Chiara Orlando

6/13/202347 minutes, 57 seconds
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Inaudito Remixx 03

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del trombettista Jacopo Fagioli, della cantautrice brasiliana Tati Valle e del flautista e bandoneonista Carlo Maver.
6/6/202345 minutes, 37 seconds
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Inaudito Remixx 03

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del trombettista Jacopo Fagioli, della cantautrice brasiliana Tati Valle e del flautista e bandoneonista Carlo Maver.
6/6/202345 minutes, 37 seconds
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Giovanni Lo Cascio

5/30/202345 minutes, 49 seconds
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Costanza Savarese

5/23/202346 minutes, 43 seconds
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Inaudito Remixx 02

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle del sassofonista Piero Delle Monache, del contrabbassista Ferruccio Spinetti e del violoncellista Bernardino Penazzi.
5/16/202345 minutes, 49 seconds
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Francesco Diodati

5/9/202346 minutes, 10 seconds
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Letizia Fuochi

5/2/202346 minutes, 28 seconds
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Giovanni Tommaso

4/25/202345 minutes, 31 seconds
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Babilonici Inediti (11./11)

La nostra arca radiofonica veleggia sulle ali dell’entusiasmo, del piacere che i due conduttori alimentano da sempre di snocciolare scalette babiloniche, ovvero eccentriche e sorprendenti perché libere di scorrazzare tra i generi musicali più disparati. Viaggiare nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo in compagnia degli artisti che hanno voglia di accompagnarci è sempre stata la nostra passione e continueremo ad alimentarla, naturalmente, ma ogni tanto ci capita pure di viaggiare in solitaria e per di più molto volentieri, quindi ci sembra doveroso documentare anche queste spensierate scorribande sonore. Itinerari babilonici, come sempre, che se da un lato fanno a meno dei preziosi regali sonori portati dai nostri ospiti, dall’altro godono di una felice libertà nel moltiplicare i temi delle nostre rubriche.
4/18/202345 minutes, 41 seconds
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Gnut

4/11/202345 minutes, 26 seconds
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Inaudito Remixx 01

L’avventura della nostra arca radiofonica nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo ci riserva ogni settimana una quantità imprevedibile di sorprese, e non di rado ci porta “fuori tempo massimo” al punto da costringerci a tagliare una o più rubriche, per rispettare i tempi di emissione. Si tratta quindi di materiale sovrabbondante, certo, ma non per questo meno prezioso di quello che poi va effettivamente in onda. Ecco perché ci sembra doveroso recuperarlo, di tanto in tanto, riunendolo in puntate particolarissime perché svincolate dall’abituale scansione di rubriche e chiacchierate con gli ospiti. Itinerari ancor più sorprendenti, se possibile, che accumulano in modo sfrenato i balzi temporali e di genere che caratterizzano da sempre le scalette di Babilonia. Non solo, ma gli ospiti e quindi le voci si moltiplicano, e in questo caso sono quelle della cantante, pianista e cantautrice toscana Eleonora Betti, e del trombettista jazz Fabrizio Bosso.
4/4/202344 minutes, 39 seconds
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Adriano Walter Rullo

3/28/202346 minutes, 13 seconds
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Babilonici Inediti (10./11)

La nostra arca radiofonica veleggia sulle ali dell’entusiasmo, del piacere che i due conduttori alimentano da sempre di snocciolare scalette babiloniche, ovvero eccentriche e sorprendenti perché libere di scorrazzare tra i generi musicali più disparati. Viaggiare nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo in compagnia degli artisti che hanno voglia di accompagnarci è sempre stata la nostra passione e continueremo ad alimentarla, naturalmente, ma ogni tanto ci capita pure di viaggiare in solitaria e per di più molto volentieri, quindi ci sembra doveroso documentare anche queste spensierate scorribande sonore. Itinerari babilonici, come sempre, che se da un lato fanno a meno dei preziosi regali sonori portati dai nostri ospiti, dall’altro godono di una felice libertà nel moltiplicare i temi delle nostre rubriche.
3/21/202346 minutes, 56 seconds
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Jacopo Fagioli

3/14/202344 minutes, 55 seconds
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Tati Valle

3/7/202346 minutes, 38 seconds
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Carlo Maver

2/28/202345 minutes, 52 seconds
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Babilonici Inediti (9./11)

La nostra arca radiofonica veleggia sulle ali dell’entusiasmo, del piacere che i due conduttori alimentano da sempre di snocciolare scalette babiloniche, ovvero eccentriche e sorprendenti perché libere di scorrazzare tra i generi musicali più disparati. Viaggiare nel mare magnum della musica d’ogni luogo e d’ogni tempo in compagnia degli artisti che hanno voglia di accompagnarci è sempre stata la nostra passione e continueremo ad alimentarla, naturalmente, ma ogni tanto ci capita pure di viaggiare in solitaria e per di più molto volentieri, quindi ci sembra doveroso documentare anche queste spensierate scorribande sonore. Itinerari babilonici, come sempre, che se da un lato fanno a meno dei preziosi regali sonori portati dai nostri ospiti, dall’altro godono di una felice libertà nel moltiplicare i temi delle nostre rubriche.
2/21/202346 minutes, 32 seconds
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Piero Bittolo Bon

2/14/202345 minutes, 48 seconds
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Dudu Kouate

8/15/20210
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Agnese Valle

6/13/20210
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Domenico Sanna

6/6/20210
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Inaudito Remix 29

5/30/20210
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Eleonora Betti

5/16/20210
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Andrea Piccioni

5/9/20210
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Inaudito Remix 28

5/2/20210
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Fabia Salvucci

4/18/20210
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Bernardino Penazzi

4/11/20210
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Inaudito Remix 27

4/4/20210
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Marcello Allulli

3/14/20210
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Inaudito Remix 26

3/7/20210
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Viviana Strambelli (Lamine)

2/28/20210
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Peppe D’Argenzio

2/21/20210
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Silvia Manco

2/14/20210
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Inaudito Remix 25

2/7/20210
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Flavio Tanzi

1/31/20210
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Gabriele Coen

1/17/20210
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Inaudito Remix 25

12/20/20200
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Inaudito Remix 24

12/13/20200
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Lucilla Galeazzi

12/6/20200
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Luca Aquino

11/29/20200